STORIA E STORIE di

Stava tutto in un catalogo il mondo prima di Amazon

Lunedì 27 Luglio 2015
Non c’è una nonna o una madre italiana che non abbia almeno una volta fatto un acquisto su Postalmarket. Forse ai giovani il nome non dice niente, ma quel catalogo ha accompagnato dal 1959 l’evoluzione della nostra moda e dei costumi. Quando non c’era internet , Amazon era nei sogni e l’ecommerce non si sapeva cosa fosse; quando i centri commerciali non avevano ancora sfrattato il commercio dal centro delle città, quello era il modo di far arrivare il negozio a casa. In qualsiasi punto dell’Italia, anche il più lontano, anche il più piccolo. E il catalogo - centinaia di pagine, grosso come l’elenco telefonico di una grande città - raccontava l’Italia o, meglio, raccontava la realtà immaginaria di un’Italia che entrava con forza nel miracolo economico e aveva le ambizioni del Grande Paese . Nel catalogo che veniva spedito per posta a ogni famiglia c’era tutto, proprio tutto: abbigliamento da uomo e da donna, la collezione di intimo con modelle che allora sembravano spavalde e oggi appaiono ingenue e caste; giocattoli per bambini, biciclette, penne, valigie, macchine fotografiche e macchine per scrivere, perfino le armi. L’arrivo del catalogo era un piccolo evento domestico: lo si sfogliava per conoscere, per vedere, per imparare, un po’ anche per sognare. C’è stato un momento in cui Postal-Market (all’inizio si scriveva così, staccato) aveva 1400 dipendenti, faceva 45 mila spedizioni al giorno e fatturava più di 600 miliardi di lire. Era un colosso nato dall’intuizione di un’imprenditrice milanese, Anna Bonomi Bolchini, che si era ispirata alla realtà americana e accarezzava il sogno italiano. Spediva i prodotti pubblicizzati da Carosello e anche quelli di un Paese più modesto, ancora un po’ umile, ma sempre di grande dignità. Un’Italia che forse non c’è più. Oggi quell’impresa è stata dichiarata fallita a 56 anni dalla diffusione del primo catalogo. Per decenni Postalmarket ha funzionato alla grande. Parlarne adesso non è soltanto un’operazione nostalgia, non è malinconia di un tempo passato, dell’età che ci siamo lasciati alle spalle. Non è soltanto il ricordo di cataloghi presentati da divi e modelle, da star della televisione. E’ la sensazione che abbiamo sprecato un’eredità e che sia stata bruciata un’idea non vecchia: basta vedere lo sviluppo della vendita online; il concetto è lo stesso, si serve semplicemente di un mezzo aggiornato. Il catalogo si sfoglia sul video, non c’è bisogno che arrivi per posta. Si paga con carta di credito e non in contrassegno. La gente si avvicina sempre di più alla vendita per corrispondenza e attende il prodotto a domicilio. Anche la spesa quotidiana. E’ esattamente quello che proponeva Postalmarket. Non tutti i sogni muoiono all’alba. Ultimo aggiornamento: 21:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA