STORIA E STORIE di

Sei onesto? Allora versa la cauzione

Domenica 16 Novembre 2014
Sei onesto? Allora versa una cauzione. Sono tempi difficili, si sa: c’è corruzione, insospettabili rubano a man bassa e spesso la fanno franca; i conti pubblici fanno pena. Non c’è bisogno di andare lontano per rendersene conto, le recentissime vicende veneziane sono emblematiche e inquietanti. Nelle amministrazioni pubbliche e private la mazzetta non è una rarità, anzi quasi una normalità. Sembra che questo Paese non si muova se non si fa scivolare la mazzetta. Terribile, ma è così. Corruzione e lentezza burocratica sono due palle al piede sulla strada per uscire dal tunnel della crisi. Giusto prendere tutte le precauzioni del caso, non fidarsi, controllare, chiedere garanzie e rispetto della legge. Va benissimo, ma attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio, a mescolare disonesti e onesti, corretti e scorretti, corrotti e incorrotti. Si rischia di cancellare classi dirigenti e politiche, di confondere chi ha fatto bene il proprio lavoro con chi ha lavorato solo per il proprio interesse. Certo ci sono politici da buttare nella discarica, ma ce ne sono anche da rispettare e dei quali essere orgogliosi. Ci sono amministratori pubblici e privati dei quali vergognarsi, ma anche tanti sui quali basarsi per costruire il nostro domani. E’ come sempre un problema anche di buonsenso. Una grande associazione industriale del Veneto, diagnosticata la “malattia della quale il nostro Paese soffre da decenni, troppo a lungo sottovalutata, ma non per questo meno dannosa”, insomma accertata la crisi morale, ha pensato di far versare una cauzione equivalente a due mesi di retribuzione a tutti i dirigenti “che hanno responsabilità nei processi di autorizzazione di spesa”. Deciso all’unanimità e con viva soddisfazione del direttivo, naturalmente in nome “della legalità, della trasparenza e della buona amministrazione”. Una garanzia economica personale, come quando vai in banca a chiedere un prestito. Questa però è “destinata a garantire la correttezza della loro gestione”. Ma di questi dirigenti l’Associazione si fida o no? E se si fida perché deve chiedere la cauzione? La cronaca avverte che tutti “hanno accettato volentieri”. E si sa pure che sono andati da un notaio presso il quale ogni dirigente ha depositato un libretto di risparmio con la cifra corrispondente. Il libretto sarà riconsegnato soltanto alla fine del rapporto di lavoro. È sconcertante la totale assenza di fiducia, accordata solo su cauzione. Parola questa che viene dal latino e che significa proprio “garanzia”. Esercizio lecito, sia chiaro. Ma qui non stiamo parlando solo di atti legali, quanto di quella “malattia troppo a lungo sottovalutata” e che continua a fare danni. Se si chiede a un dipendente la cauzione “a garanzia della corretta gestione delle risorse associative” significa che si dà per scontato che quel dipendente può imbrogliare o, nella migliore delle ipotesi, sbagliare. Significa che tutti sono corruttibili e che è meglio coprirsi le spalle con un atto notarile. Vuol dire che da domani in tutte le aziende a chiunque avrà responsabilità di spesa potrà essere chiesto di versare una cauzione da ritirare assieme alla liquidazione. E continuando su questa strada sarà possibile chiedere a un politico un’adeguata cauzione prima di assumere la carica di sindaco o quella di parlamentare o di ministro. Naturalmente la cauzione varia a seconda della grandezza della città e dell’importanza della carica. Per il Quirinale si dovrà fissare qualcosa di davvero speciale, visto che dura sette anni. È questo il modo di guardare al futuro con fiducia? Ultimo aggiornamento: 19:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA