STORIA E STORIE di

 Signora Scrivo maestra elementare Se nei nomi c'è un pezzo di destino

Venerdì 4 Settembre 2015
  “Scrivo Isabella maestra elementare”. L’ho letto in un’epigrafe in piazza e mi ha colpito in quel cognome e in quel mestiere che l’ha accompagnato per tutta la vita, il sapore dei vecchi tempi, e anche qualcosa di commovente e romantico. La signora Scrivo aveva scelto di fare esattamente la professione che le avrebbe consentito di insegnare a scrivere a centinaia di bambini. Forza di certi nomi, trascinano da soli fantasie e storie. Oggi è diverso, i nomi sembrano scelti quasi a caso da genitori con voglia di stupire o presi da cast di cinema e tv. Un tempo, specie in Emilia Romagna, per ribellione o per adesione a idee socialiste o anarchiche, chiamavano i figli: Nullo, Ordigno, Scintilla, Ribelle, Vindice, Ateo, Spartaco, Libera, Libertà. Quando finì la Grande Guerra perché sotto il Bollettino della Vittoria c’era scritto Firmato Diaz, molti aveva scambiato il nome del Generalissimo e avevano battezzato i figli Firmato, ma anche Vittoria. Ci fu perfino chi all’anagrafe fece scrivere come nome della figlia Guerramondiale tutto attaccato. Col fascismo è venuta la moda di Benito, Romano, Umberto, Littorio, Italo. In un paese sardo un padre antifascista si prese la rivincita sulla dittatura e la sua polizia facendo battezzare le tre figlie Lenina, Stalina e Palmira, nell’ordine. Poi sembrò che fosse tornata la normalità dei vecchi nomi del calendario e della nostra tradizione: Giovanni e Giuseppe, Antonio e Francesco, Maria e Anna, Giuseppina e Rosa. Ci pensò la Tv alla nascita, dal gennaio 1954, a cambiare radicalmente le abitudini degli italiani e anche i nomi dei bambini italiani. Alla fine dei programmi, la notte, dopo che la lunga antenna era sparita, compariva sul teleschermo l’immagine fissa, il monoscopio. L’anno dopo in Basilicata un bambino venne battezzato dai genitori col nome di Monoscopio. E fu solo l’inizio. A Chioggia dove per non confondere i cognomi aggiungono nomi e soprannomi, c’è un signore che si chiama Gregory Peck Boscolo, giusto per ricordare uno dei bellissimi di Hollywood. Ora è perfino lontano il tempo di Lara e Sabrina, per seguire il cinema, o di Pablito e Azzurra e Diego per rifarsi al calcio e all’Italia campione del mondo. Adesso gli italianissimi figli della Padania o del profondo Sud non si chiamano più Umberto o Turiddu, Bepi o Gennaro, ma Christian, con e senza acca, Deborah e Sarah, sempre con o senza la acca. Poi: Jessica, Denis, Marilin scritto in tanti modi, Michail come Gorbaciov o Micael o Maicol, Geiar e Suelle come i personaggi della serie tv Dallas, a proposito, sono stati registrati anche non pochi anche Dallas; Naomi, Dilan, Kocis, Aliosha, Kevin. Oppure Georgie o Candy, come i cartoni animati. Nel Cosentino c’è una Ladidiana, tutto attaccato. E per i cinefili in Sardegna esistono all’anagrafe: Sofia Loriga e Alain Delogu. Tutto cambia, ma ritrovare quella signora Scrivo maestra elementare sembra farci tornare a una serietà e forse anche un po’ al libro Cuore, alla maestrina della penna rossa. Ma non c’è da vergognarsi della nostalgia, semmai suonano più ridicoli quei nomi difficili da pronunciare e da scrivere, strappati alla finzione e non alla realtà. Di Beppe e Toni nessuno vuole saperne. Ultimo aggiornamento: 22:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA