STORIA E STORIE di

 In campagna elettorale si può dire quel che si vuole?

Domenica 27 Aprile 2014
 In campagna elettorale si dicono tante cose, anche le più infelici e le più inverosimili. C’è persino una specie di franchigia per chi le spara più grosse, la gente perdona spesso e dimentica in fretta. Cosa non si farebbe per recuperare qualche voto? Grillo, per esempio, accusa Renzi di attuare il programma della P2 di Licio Gelli. La sola cosa che unisce i due è che sono entrambi toscani. Quando Gelli legava le mani all’Italia con i suoi traffici illeciti, Renzi non andava nemmeno alla scuola elementare. E’ vero che a Gelli piace essere citato, una ventina d’anni fa disse: “Berlusconi sta attuando il mio Piano di Rinascita Democratica alla perfezione… mi dovrebbe almeno dare il copyright”. Poi si dichiarò deluso da Berlusconi per confermare a 95 anni: “Sono fascista e morirò fascista”. Ma sicuramente non ha apprezzato che Renzi abbia tolto il segreto di stato dalle inchieste sulle stragi. Il nome del gran maestro della loggia deviata è saltato fuori molte volte a proposito delle stragi. Chissà cosa passa per la testa di uno che accosta Renzi a Gelli? La storia non si può stravolgere per offendere qualcuno o per strappare un voto e una cattiva risata. E’ lo stesso errore commesso da Berlusconi. In nome del populismo non è tutto consentito. Adesso l’ex Cavaliere, che sta scontando ai servizi sociali in una casa per anziani la condanna per evasione fiscale, dice che i tedeschi hanno qualcosa da farsi perdonare: “secondo loro i campi di sterminio non sono mai esistiti”. Non è tanto l’ignoranza storica che colpisce. Berlusconi ha precedenti illustri in materia. Una volta ha chiamato in diretta tv Romolo e Remolo i due gemelli della storia romana. Poi voleva stringere la mano del padre dei 7 fratelli Cervi trucidati dai nazifascisti e non era stato nemmeno sfiorato dal dubbio che il vecchio Alcide era morto ultranovantenne e da ben venticinque anni. Adesso se la prende con la Germania che secondo lui terrebbe in piedi l’Europa solo per i propri interessi e avrebbe la coscienza sporca di chi nega la storia. Attacca con un populismo strano perfino per lui; il sogno di far cadere la Cancelliera lo ossessiona. E’ evidente che la Germania ha affrontato il suo problema col passato e, sotto certi aspetti, lo ha fatto perfino meglio dell’Italia. Ha un senso storico profondo l’immagine di Brandt inginocchiato ad Auschwitz per onorare le vittime dei campi di sterminio. Dalle parti dei giudici di Berlino non ci sono “armadi della vergogna” e negare la Shoah è reato, così pure negare i crimini nazisti. Certo i tedeschi non possono essere orgogliosi di quel passato, continuano a interrogarsi, a cercare risposte. Non si può negare la storia e adattarla alle proprie esigenze per recuperare voti di chi non ama l’Europa e forse non l’ha mai amata. Il fatto è che la storia impone paletti e che Berlusconi ha difficoltà ad accettare le regole. Qui non siamo all’ironia incompresa. La risposta alla tragedia storica non può mai essere una battuta. Ultimo aggiornamento: 23:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA