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Prandelli, quelle parole fuori luogo. L'unica vera delusione sei tu

Mercoledì 25 Giugno 2014
L’unica cosa giusta detta da Prandelli è stata: «Il progetto è fallito». Certo si è dimesso, ma è il minimo dopo un tale disastro. Poi il citì è sbottato affermando che tutti ce l’hanno con lui e che paga le tasse (?!), dispensando rimproveri non si sa bene a chi. Agli italiani, pare, colpevoli di non amarlo (?!). Parole fuori posto e fuori luogo. Invece avrebbe dovuto spiegarci ben altro: tre partite, tre formazioni diverse, tre moduli diversi, giocatori lanciati all’ultimo istante, altri subito accantonati. Ben più di un semplice fallimento tecnico. Confusione totale. Negli ultimi mesi il citì si è mosso tra inquietudini, incertezze, cambiamenti repentini, rose che vanno e vengono. La lista dei 23 sarà cambiata nella sua mente una decina di volte, e non tanto per l’incidente di Montolivo. Il citì sperimentava ancora nelle ultime amichevoli, fino alla figura barbina con il Lussemburgo. Quando, invece, sarebbe stato necessario individuare per tempo un modulo e degli uomini cardine su cui puntare.   Ed ha continuato a sperimentare al Mondiale. Incredibile. Inoltre, in una competizione dove la fisicità era determinante, per un giocatore come Cerci una comparsata di pochi minuti e nulla più. Scelte incomprensibili già all’origine, con un Destro e un Rossi liquidati troppo in fretta.   Ci aveva pure spiegato, Prandelli, che alla luce dell’esperienza nella Confederations Cup, la preparazione era stata fatta «per arrivare fino in fondo». Con la Costa Rica eravamo già scoppiati, dopo una partita. Alla faccia di quella specie di "camera iperbarica" allestita a Coverciano e forse anche a Mangaratiba per ridare energie e ossigeno agli azzurri. Prandelli, l’unica vera delusione sei tu. Ultimo aggiornamento: 14:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA