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Italiani in estinzione, ma chissenefrega

Sabato 11 Luglio 2015
Allarme Italia, le rose dei club sono sempre più infarcite di stranieri e il citì Conte si è accorto che le sue opzioni di selezionatore sono ridotte al minimo. Per carità, quando vinceva scudetti alla Juve erano ben altre le  preoccupazioni del tecnico, ma così va il mondo. Ora tutti si stracciano le vesti, ma il copione non cambia. La caccia grossa è sempre all’estero, campioni dichiarati ne arrivano pochi, ma belle promesse e giocatori stagionati non si contano. Si arriva al punto di contendersi Ibra, prossimo ai 34 anni, mentre El Shaarawy e Darmian emigrano. Davvero il futuro si costruisce così? La realtà è una sola e sarebbe bene che tutti lo dichiarassero apertemente: la Nazionale sta a cuore alla Federazione ed a pochi altri "patrioti". Le priorità dei club sono diritti televisivi e giocatori formati. Quest’ultima opzione resta davvero un mistero: un settore giovanile organizzato con intelligenza può essere enormemente redditizio. Certo, è costoso far crescere ragazzini e pochi arrivano in vetta. Ma ne basta uno per rifarsi di anni di sforzi. Poi qualche dirigente "illuminato" ti spiega, a bassa voce e dietro le quinte, che nel calcio moderno non si è disposti ad aspettare anni. Meglio affidarsi a giovani già "pronti", attingendo ovviamente all’estero. E la cantera del Barcellona? Levata di spalle, è un fenomeno a parte, non ripetibile in Italia, ti risponde il nostro "esperto".   E così il calcio nostrano arretra, mentre abbondano appelli, allarmi, denunce e invocazioni varie di inversione di rotta. Il primo passo non sarebbe nemmeno rilanciare i vivai, perchè oggi li organizzano scimmiottando le prime squadre, tanta tattica e poco divertimento. La vera rivoluzione che tanto farebbe bene al pallone italiano sarebbe ripristinare oratori e calcio di strada. Nei tempi in cui sfornavamo campioni si giocava per ore, fino al tramonto, con i bambini che si autoorganizzavano, magari sotto la generica supervisione del parroco di turno e non di un tecnico "laureato" a Coverciano.   Non è l’elogio dei bei tempi andati, è una constatazione. Certo, pura utopia. Qualcuno sforni, allora, una soluzione valida contro l’estinzione della specie italica con relativa uscita dal gotha del calcio. Ultimo aggiornamento: 12:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA