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Il Veneto rischia di tornare indietro di 32 anni: qualcuno si faccia avanti

Sabato 22 Marzo 2014
Il Veneto a fine stagione rischia di tornare indietro di 32 anni, quando nel campionato di Serie B non militava alcuna squadra della regione. Era il 1982-’83, in B c’erano il Milan, la Lazio e il Bologna. Nell’anno di grazia 2014 il Padova, travolto dal Cittadella nel derby, è allo sbando ed i granata, nonostante il poker, oggi possono solo sperare nei playout. Certo, si può sempre confidare in una promozione dalla Prima Divisione, ma il Vicenza al momento dovrebbe passare per i playoff, mentre il Venezia arranca e può solo sperare. Oppure potrebbe verificarsi la retrocessione del Chievo, che nessuno si augura. Ma il fallimento del calcio veneto è sotto gli occhi di tutti: un Verona e un Chievo non fanno primavera. Dietro c’è il vuoto. Tra presidenti che mollano (Cestaro) e imprenditori che se ne stanno alla larga, bisogna affidarsi ai pochi che arrivano da fuori, con risultati sconfortanti. Ma perchè mai nessuno vuole farsi carico di squadre gloriose quali Padova, Vicenza, Venezia e, perchè no, anche Treviso?   Le risorse in Veneto non mancherebbero. Ma gli imprenditori se ne stanno alla larga dallo sport professionistico. A Treviso sono persino scomparsi basket e volley. Anche un entusiasta come Zamparini (a Venezia ancora se lo ricordano) è migrato da tempo a Palermo, all’orizzonte non si intravede altro. Renzo Rosso ha portato il Bassano in vetta in Seconda Divisione ma ha più volte detto di essere disamorato dal calcio e di voler mollare. A Nordest il modello Udinese resta una peculiarità friulana, anzi, è il modello-Pozzo.   Qualcuno dice che è un’altra riprova di un Veneto piccolo-piccolo, che si limita al campanile, che non pensa in grande, che non fa squadra e che alla fin fine anche nello sport non conta a livello nazionale. Sarà, ma un disimpegno simile non sembra trovare alcuna valida motivazione. Ultimo aggiornamento: 17:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA