Espelliamo i padri dalle partite dei figli

Ci risiamo con il calcio malato. Fanno notizia i bambini della curva juventina, "multati" al pari degli ultras per cori disdicevoli. Non fanno mai notizia, però, i genitori di quei bambini proiettati nelle logiche di un mondo adulto deviato. "Da padre di famiglia dico che bisogna migliorare il calcio" ha ammonito Antonio Conte. Già, ma sono proprio i padri di famiglia a dare il peggio di sè, e non tanto o non solo allo stadio, quanto sui campi dove si esibiscono i figli.   I racconti che giungono dalle scuole calcio sono incredibili e allucinanti. O basterebbe parlare con qualche arbitro delle partite degli esordienti, robe da far accapponare la pelle. Spesso questi ragazzini sedicenni con il fischietto non sanno che pesci prendere, con genitori attaccati come lupi famelici alla rete di recinzione che vomitano insulti irripetibili, tali da imbarazzare per primi i loro bambini.   Al punto che Paolo Pulici, il "Puliciclone" goleador del Toro, nella sua veste di "educatore" di giovanissimi calciatori ha un sogno: "Una squadra di orfani". Spesso è questione di frustrazione: il papà, campione incompreso e mancato, pretende una rivincita personale attraverso il figlio. O la mamma che tira la cinghia sogna di avere un Ibra in casa che la ricoprirà d'oro.   E così questi poveri bambini vengono letteralmente rovinati da papà e mamma, sottoposti a pressioni indebite, criticati, persino umiliati, fino a perdere la fiducia in se stessi. Per educare questi genitori non bastano le parole, purtroppo il rimedio, a questo punto, è ben più drastico: al primo "spaccagli le gambe", al primo insulto, arbitro e dirigenti di comune accordo decidono di "espellere" i genitori dal campo, oppure la partita viene sospesa. Ma i dirigenti sono d'accordo? E la Federazione è realmente disposta ad affrontare il problema in questi termini? Ma sia chiaro: altrimenti multare la curva dei bambini è pura ipocrisia.