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Caccia al difensore, ma non in Italia

Sabato 13 Dicembre 2014
Le grandi manovre sono già cominciate, ma l’impressione è che sarà ben difficile tappare le falle. Tutti confidano nel mercato di gennaio, ma l’affare risolutivo resta un miraggio. Prendiamo Juventus e Roma: devono entrambe mettere mano alla difesa. I bianconeri in particolare per il ruolo di centrale, a causa soprattutto delle precarie condizioni di Andrea Barzagli, i giallorossi perchè la contestuale assenza di Castan (appena operato al cervello) e di Benatia (per sciagurata scelta estiva) ha dissestato un reparto che lo scorso anno era un punto di forza.   Ma cosa offre il mercato di realmente valido? La Juve punta su Savic della Fiorentina, mentre Schar (Basilea) è stato fermato da un infortunio. Poi ci sarebbe Murillo del Granada ed il sogno Montoya, obiettivo primario per la fascia destra, ma con un Barcellona restio a privarsene. E la Roma? Spazia su tutto il fronte, con Sabatini che guarda all’estero per una soluzione poco costosa e molto efficace... La realtà è che senza investimenti decisamente consistenti i nuovi arrivati non faranno la differenza. Ma c’è anche un altro aspetto che preoccupa non poco: la scuola italiana di difensori sembra non produrre più talenti e le società si rivolgono all’estero dando per scontato che sia l’unica strada. Invece di fare autocritica i club imboccano la scorciatoia degli stranieri, con risultati peraltro sconfortanti.   I grandi difensori (vedi proprio Benatia) scelgono i club di prima fascia e nell’ex bel Paese approdano figure di secondo e terzo piano. Perchè allora non curare i vivai, non costruirsi in casa il difensore d’eccellenza? I presidenti vogliono tutto e subito, non sanno programmare, non intendono progettare se non a brevissima scadenza. E i risultati - ovviamente - non arrivano. Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA