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Azzerare i vertici Figc per far ripartire il calcio

Lunedì 19 Maggio 2014
L’Italia calcistica non può attendere la fine del 2016 per darsi il nuovo presidente federale. Certo, un flop mondiale - che nessuno si augura - potrebbe accelerare il ricambio, ma sarebbe il caso che la Figc si dia un nuovo assetto di vertice quanto prima.   Demetrio Albertini, vicepresidente dal 2007, ha lavorato bene ma ha già annunciato che dopo il Brasile abbandonerà la Figc. Aveva "studiato" da presidente e Malagò, n.1 del Coni, puntava su di lui. Una mossa a sorpresa, che ha spiazzato tutti. Ma certo una mossa meditata e motivata. In questi anni Albertini si è dato da fare per il cambiamento, ma ha trovato un muro sul fronte delle riforme, si è impantanato nella palude di via Allegri. Con lui se ne va anche Arrigo Sacchi, mentre il futuro di Prandelli non è ancora definito. Beretta, presidente della Lega A, continua a parlare di campionato a 18 squadre, di novità, di stadi moderni e merchandising. Ma nulla si muove. E Giancarlo Abete? Alla presidenza dal 2007 sembra intenzionato ad arrivare a fine mandato, cioè al 2016, anche se ha detto che non si ricandiderà, salvo ripensamenti. Ma per la poltrona di vertice in Figc già fioccano le candidature, vere o presunte. C’è Carlo Tavecchio, vice di Abete, presidente della potente Lega dilettanti, con un terzo dei voti in tasca. Vuole un nuovo corso subito dopo il Mondiale. Poi c'è Andrea Abodi, al vertice della Lega B: ha tentato inutilmente il salto in A, dove Maurizio Beretta, pur appena rieletto, è sempre traballante. Insomma, la campagna elettorale è già partita e dopo il Mondiale, comunque vada, si apriranno i giochi.   Ma il calcio non può permettersi due anni di fibrillazioni. C’è un’unica soluzione: azzerare dopo il Brasile i vertici federali, a cominciare da Abete, e ripartire con uomini nuovi sulla base di un progetto di ampio respiro. Ultimo aggiornamento: 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA