Foibe, Casellati: «Verità storica non può essere distorta, più forte del negazionismo»

Giovedì 7 Febbraio 2019
Elisabetta Casellati
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Sulle foibe «la verità storica non può essere distorta, la realtà è più forte di qualsiasi negazionismo»: lo sottolinea con forza il presidente del Senato Elisabetta Casellati, non senza segnalare come in alcuni casi ci sia stato «il tentativo di consegnare all'oblio una pagina drammatica della nostra storia nazionale» attraverso «inaccettabili connivenze politiche e storiografiche».

Parole chiare, pronunciate nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani durante un incontro dedicato al Giorno del Ricordo, che ha visto protagonisti tra gli altri anche una nutrita rappresentanza di liceali. Il tutto in vista delle celebrazioni di domenica prossima, 10 febbraio, previste in tutta Italia, a cui parteciperanno in maniera trasversale molte forze politiche, come hanno annunciato tra gli altri il presidente del Parlamento europeo e numero 2 di Forza Italia, Antonio Tajani, e il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che si recheranno al santuario di Basovizza (Trieste).

L'oblio sulle violenze atroci subite dalle popolazioni istriane dopo l'8 settembre '43, ha chiarito Casellati, va combattuto in tutti i modi, per questo «non dimenticare diventa un imperativo che supera i confini materiali e ci supporta nella costruzione di un Paese sempre più liberale e democratico, di un'Europa sempre più solidale e pacificata». A questo proposito il presidente del Senato ha osservato che «le difficoltà incontrate nella promozione e nella distribuzione» del film 'Red Land (Rosso Istria)' - che racconta la storia di una giovane studentessa istriana, Norma Cossetto, torturata e uccisa dai partigiani titini, la cui programmazione è prevista domani in prima serata da Rai 3 - «dimostrano come ci sia ancora una paura di fondo nel confrontarsi con la realtà, con accadimenti che hanno un proprio valore intrinseco al di là della complessità di quei momenti».

Anche questa volta, praticamente alla vigilia delle commemorazioni del 10 febbraio, non sono mancate le polemiche. «È una vergogna - ha detto Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia - che il maresciallo Tito, che ha trucidato gli italiani giuliano-dalmati, sia stato insignito della più alta onorificenza italiana». Per questa ragione, ha annunciato, «Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge per porre rimedio a questa assurdità». Un altro esponente di FdI, Massimo Giorgetti, vice presidente del consiglio regionale del Veneto, ha reso noto di esser pronto «a fare un esposto alla magistratura per il convegno negazionista di Parma ('Foibe e fascismò, ndr) patrocinato dall'Anpi in programma il 10 febbraio».

Evento che già tre giorni fa ha scatenato polemiche, compreso una dichiarazione di Matteo Salvini in cui chiedeva di rivedere i contributi alle associazioni, «come l'Anpi, che negano le stragi fatte dai comunisti nel dopoguerra». È poi arrivata a conclusione la brutta pagina riguardante le scritte comparse ieri a Trento dopo la proiezione di 'Red Land': l'amministrazione comunale ha fatto sapere che sono state cancellate dai muri del cinema Astra, non senza esprimere «condanna nei confronti di un gesto che offende la memoria delle vittime degli esuli della Dalmazia e della Venezia Giulia».

Agire per il Trentino ha invece espresso solidarietà al gestore del cinema, «che con grande coraggio ha ospitato la proiezione».

Nel frattempo aumentano di ora in ora le iniziative per il Giorno del Ricordo. Naturalmente a partire da Basovizza, «capitale morale di tutto un popolo», ha ricordato l'assessore comunale all'educazione di Trieste Angela Brandi. «Questa foiba che è diventata un luogo simbolo, come d'altronde la città di Trieste, città martire delle vicende del confine orientale».

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