Omicidio del Piave. Anica Panfile imbottita di cocaina e poi uccisa. Il dettaglio che ha incastrato Franco Battaggia

Mercoledì 17 Gennaio 2024, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 10:43

L'autopsia decisiva

Il tassello mancante è arrivato nei giorni scorsi: la relazione finale sull’autopsia della 30enne romena, ritrovata cadavere il 21 maggio scorso sul greto del Piave, a Spresiano. La perizia, firmata dal medico legale Antonello Cirnelli, spazza via ogni dubbio sulle cause della morte. E ha permesso agli inquirenti di chiudere il cerchio sul 77enne di Arcade, ex primula rossa della malavita veneta, con alle spalle un altro omicidio. È stato l’ultimo a vedere Anica viva e ora era pronto a scappare di nuovo. Il fermo è scattato ieri, nel primo pomeriggio. Il “re del pesce”, titolare della pescheria “El Tiburon” e finora indagato a piede libero, è stato arrestato in un magazzino di Spresiano che negli ultimi mesi era anche la sua casa, da quando la villetta era finita sotto sequestro. «Il provvedimento è stato preso a fronte del rischio concreto di fuga da parte dell’indagato. Battaggia è stato l’ultima persona ad aver visto Anica viva e questo rappresenta un grave elemento indiziario. Anche il resto del quadro indiziario converge su di lui in modo univoco» spiega il procuratore. Anica, sua ex dipendente, è stata ammazzata il pomeriggio del 18 maggio: prima tramortita con una raffica di colpi inflitti a mani nude sul volto e sulla nuca e poi soffocata. Il volto e il collo erano completamente tumefatti. L’assassino le ha poi premuto una mano sulle labbra e sul naso, come rivelano le microlesioni. La giovane donna ha tentato di parare i colpi, ferendosi ai polsi.

Anica Panfile drogata e uccisa: arrestato Franco Battaggia, ex della Mala del Brenta

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