TREVISO - Svolta nel delitto della 30enne Anica Panfile, trovata cadavere nel fiume Piave a Spresiano (Treviso) nel maggio scorso. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Treviso hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto disposto oggi, 16 gennaio, dalla Procura della Repubblica di Treviso a carico di Franco Battaggia, 77enne di origini veneziane, per i reati di omicidio e tentata soppressione di cadavere aggravata ai danni di Anica Panfile, la giovane donna di origini rumene, trovata morta il 21 maggio 2023 nelle acque del fiume Piave, in località “Palazzon” del comune di Spresiano.
Il provvedimento recepisce i gravi elementi indiziari raccolti nel corso delle indagini nei confronti dell’indagato, avvalorati dalle risultanze della consulenza medico-legale che hanno evidenziato il trauma cranio-cerebrale e l'asfissia da soffocamento.
Chi è Franco Battaggia
Franco Battaggia è un commerciante di pesce ed ex datore di lavoro della donna in qualità di domestica. Battaggia, già pezzo grosso della criminalità trevigiana è stato legato anche alla Mala del Brenta. Era indagato dal giugno scorso nell'inchiesta sull'assassinio della donna, madre di quattro figli. Noto alle cronache criminali venete per fatti di sangue risalenti al periodo fra gli anni '80 e '90, e fino ad oggi indagato a piede libero per il delitto di Bafile, aveva già ammesso di aver incontrato la donna il giorno in cui si erano poi perse le sue tracce. Ai carabinieri aveva raccontato di averla accompagnata nella propria abitazione di Arcade (Treviso), dove avrebbe dovuto consegnarle un documento fiscale per prestazioni lavorative come domestica svolte da Anica nei mesi precedenti. Successivamente, di averle dato un passaggio in auto per accompagnarla ad un secondo appuntamento con una persona, di cui Battaggia non ha saputo fornire elementi. L'indagato aveva anche riferito di aver prestato alla ex domestica 5mila euro, dopo che lei le aveva prospettato difficoltà economiche.
Le indagini dei Ris
Le indagini condotte dai carabinieri del Ris nella casa dell'uomo avrebbero però restituito tracce biologiche riferibili a Panfile, con segni di tentativi di cancellazione delle stesse. Gli investigatori non avrebbero inoltre trovato riscontri relativi alla documentazione che Battaggia avrebbe consegnato alla donna (un Cud per la denuncia dei redditi), così come non sono stati trovati il telefono della vittima e tracce del trasferimento di denaro al quale Battaggia aveva fatto riferimento. L'autopsia avrebbe accertato un'assunzione di cocaina, da parte della donna, prima del decesso, provocato da traumi alla nuca inferti probabilmente a mani nude, seguiti dal soffocamento.