VITTORIO VENETO - Guardando le immagini del crollo del ponte Morandi sull'A10 a Genova, in Val Lapisina più d'uno ha alzato lo sguardo sui vari viadotti dell'autostrada A27 che da oltre 40 anni scandiscono il panorama del quartiere e fanno ombra alle case. Ma anche a San Fris, nel quartiere di Ceneda, attraversato dall'autostrada, c'è chi ha puntato gli occhi sui piloni che proprio un anno fa manifestarono alcuni cedimenti superficiali, con calcinacci crollati a terra che preoccuparono la gente del posto. Le immagini di ieri hanno fatto riflettere più di un vittoriese.
IL QUARTIERE Per il presidente del quartiere della Val Lapisina, Silvano De Nardi, i viadotti a Longhere, San Floriano, Nove e Fadalto sono da sempre dei sorvegliati speciali. Il suo occhio attento non manca di indirizzare a Società Autostrade segnalazioni o richieste finalizzate a garantire sicurezza a chi percorre la strada e a chi risiede sotto i piloni. Ancora nel 2010 aveva scritto alla società per segnalare che la superficie del viadotto di Longhere era deteriorata. L'erosione dei piloni, là dove il viadotto sovrasta le vie Feltre, Vallata, Cesana e dei Tobero, nei mesi scorsi ha preoccupato non poco De Nardi e residenti.
LO STUDIO «Per fortuna erano pezzi superficiali, non una questione strutturale. Speriamo comunque intervengano al più presto, come hanno fatto a San Fris, sistemando visivamente i piloni» dice oggi. Nella località Cenedese, nel febbraio 2017, dai pilastri del viadotto, con i suoi oltre quarant'anni di vita segnati da pioggia, vento e sole, erano crollati a terra dei calcinacci. All'epoca l'intervento della direzione del Nono Tronco di Autostrade per l'Italia fu immediato, rassicurando i cittadini che non c'erano problemi strutturali. Una società di ingegneria fece dei rilievi e i risultati furono rassicuranti. Parallelamente tornarono in auge anche le lamentele a Longhere, dove ancora si attende un intervento di sistemazione delle porzioni di intonaco sbriciolate. Quanto al viadotto che scandisce la Val Lapisina, pensando a quanto accaduto a Genova, il presidente del quartiere commenta: «Non ci dovrebbero essere timori per noi, se più non viene giù il Pizzoc osserva De Nardi -. Ho visto quando hanno fatto i basamenti e sulle travature non ci sono segni di usura, ma solo scrostamenti legati al passaggio dal caldo al freddo. Ricordo che quando venne costruito il viadotto a San Floriano iniettarono talmente tanto cemento nel terreno e in profondità che questo finì dentro ad alcune case e nel lago del Restello».
I BOATI Anni fa, in occasione dei boati del Fadalto, a preoccupare i residenti della Val Lapisina era anche una tenuta del viadotto in caso di terremoto. Un anno fa Società Autostrade spiegò che già nel 2011 venne analizzato il viadotto del Fadalto e non emersero necessità di interventi di adeguamento. Rassicurò poi i vittoriesi, dicendo che periodicamente viene fatta una valutazione del rischio sismico su tutti i suoi manufatti, come pure verifiche strutturali.
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