Martellago. In pensione con 1.200 euro al mese fa un "lavoretto" che gli frutta 518 euro, l'Inps gliene chiede indietro 17mila: poi la svolta

Martedì 23 Aprile 2024 di N.Der
In pensione con 1.200 euro al mese fa un "lavoretto" che gli frutta 518 euro, l'Inps gliene chiede indietro 17.106: poi la svolta

MARTELLAGO - Tre mesi di pensione dovrà restituirli, i restanti emolumenti dell'anno, no.
La Corte dei Conti ha dato in buona parte ragione al 65enne di Maerne titolare di Quota Cento, 1.200 euro al mese, cui l'Inps aveva bloccato le mensilità di novembre e dicembre e chiesto indietro tutti i soldi percepiti nel 2023, 17.106 euro, perché il pensionato, per rimpinguare le magre finanze, aveva svolto dal 21 marzo al 30 giugno un lavoro occasionale dipendente che gli ha fruttato 518 euro: il caso aveva fatto clamore.

LA DIFESA

Un errore commesso - la tesi difensiva - in buona fede ritenendo che Quota Cento fosse cumulabile con altri redditi fino a 5mila euro lordi l'anno, laddove la norma lo consente solo per il lavoro intermittente autonomo, non dipendente.
Infatti il legale del 65enne, l'ex vice sindaco Alberto Ferri, nel ricorso contro il provvedimento in Corte dei Conti a Venezia, che aveva accolto la sospensiva, aveva posto anche una questione di legittimità costituzionale per questa "ingiustificata" diversificazione.
Nella sentenza di merito pronunciata dopo l'udienza del 28 marzo, il giudice Elisa Borelli ha escluso, anche per una recente pronuncia della Consulta, che sia costituzionalmente illegittimo questo trattamento difforme, "trattandosi di fattispecie non omogenee ed essendo assente nel lavoro occasionale autonomo l'obbligo di contribuzione".
Così come il giudice ha ritenuto pacifica e "inescusabile" la violazione del divieto di cumulo stabilito per legge.

Ma "l'interpretazione dell'Inps, secondo cui l'effetto della percezione di redditi da lavoro dipendente nell'arco di un anno sarebbe quello di rendere indebito l'intero trattamento pensionistico percepito nella stessa annualità, a prescindere dalla durata dell'attività lavorativa svolta, non trova fondamento normativo e risulta eccedente rispetto alla previsione dell'incumulabilità - ha concluso Borelli convenendo con la lamentata sproporzione della sanzione - Nei casi in cui l'attività di lavoro dipendente abbia avuto durata inferiore all'anno il regime di incumulabilità va applicato solo al periodo di concomitanza tra pensione e lavoro, non potendo essere esteso all'intero anno in cui il pensionato ha svolto l'attività».

LA DECISIONE

Il 65enne dovrà restituire i ratei percepiti dal 21 marzo al 30 giugno, e ci perderà molto, ma il provvedimento di ri-liquidazione dell'Inps, che egli chiedeva di annullare in toto, è stato cassato per il restante periodo 2023: l'istituto dovrà versare le mensilità sospese e non potrà pretendere indietro i ratei dei periodi in cui il pensionato non ha lavorato.
«Un primo passo - dice Ferri - La Corte dei Conti ha convenuto sull'erroneità della pretesa dell'Inps di trattenersi la pensione di un anno intero, il pericolo di doverla restituire tutta è scampato, rideterminando la sanzione per il solo periodo in cui il mio cliente è stato assunto, anche se resta sproporzionata: perdere tre mensilità per poche centinaia di euro è ingiusto. Alla luce di tutto questo valuteremo se proporre appello».

Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 20:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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