Neuralink, cosa è il primo chip di Elon Musk impiantato nel cervello umano. «Si potrà controllare telefono e pc»

Martedì 30 Gennaio 2024, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 06:41

Le parole del presidente della Federazione degli Ordini dei Medici

Filippo Anelli, il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici ritiene che non bisogna aver paura dell “ignoto” ma anzi bisogna aprirsi a questi nuovi esperimenti perchè possono aprire a grandi possibilità in campo medico: Per usufruirne però ritiene siano necessarie norme ben specifiche: «Non bisogna aver paura. Siamo in una fase frenetica di scoperte, la tecnologia corre molto più veloce delle norme e delle regole necessarie per tutelare tutti i cittadini da utilizzi impropri delle grandi novità prodotte. E su questo serve un maggiore impegno per la regolamentazione.Tutto questo apre a grandi possibilità sul piano medico che però devono necessariamente essere subordinate a un utilizzo etico di questi presidi: se vengono usati per risolvere malattie, come il Parkinson o la Sla per esempio, si tratta di traguardi importanti per le persone. Non è accettabile, invece, se si usano per interessi privati e per condizionare il comportamento degli altri».

«Oggi siamo in ritardo sotto il profilo delle regole e delle norme etiche che servono a tutelarci da usi distorti.Gli Ordini dei medici, sul tema, hanno avviato questa riflessione già da 5 anni e siamo alla vigilia del cambiamento del codice deontologico per dare una risposta anche etica e deontologica. Ma abbiamo bisogno di norme di legge e autorità dedicate per evitare che gruppi di persone, industrie o altri utilizzino i presidi tecnologici non a scopi terapeutici, ma per altri interessi. Siamo in piena rivoluzione tecnologica, non possiamo fare a meno di paletti che ne delimitino l'uso impedendo abusi e che i professionisti che la utilizzino siano vincolati ad utilizzarla bene, non contro l'interesse degli altri. Gli Stati, inoltre dovrebbero impegnarsi a non utilizzare queste tecnologie nei conflitti e nelle guerre».

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