La leucemia, il trapiano, i 17 giorni di coma e la rinascita. Mattia Foffano: «Il pallone mi ha salvato la vita»

Lunedì 16 Ottobre 2023
Mattia Foffano

Dopodomani brinderà per la quarta volta alla sua seconda vita, quella che oggi gli consente di seminare il sorriso e l'ottimismo tra i baby calciatori del Venezia Football Academy. Il 18 ottobre 2019 Mattia Foffano, giovane di Favaro Veneto oggi ventunenne, si sottoponeva a Padova all'agognato trapianto midollare grazie a un donatore polacco. Un intervento necessario per salvargli la vita, dopo che circa un anno prima dagli esami clinici cui si era sottoposto (avendo accusato un'eccessiva stanchezza al rientro dal ritiro di Tonezza con gli Allievi 2002 del Favaro, squadra in cui giocava) era emersa la terribile leucemia linfoblastica acuta tipo B.

«Non sarò mai grato abbastanza ai medici del reparto di oncoematologia pediatrica di Padova la sua emozione a poche ore dal quarto "compleanno" alla mia famiglia e a tutti gli amici e persone che mi sono state accanto o semplicemente hanno tifato per me. Il post trapianto era stato molto tosto ma, superati i primi 17 giorni di coma farmacologico, fortunatamente sono sempre migliorato, sto bene e conduco una vita del tutto normale».

Mattia si divide tra il lavoro di ragioniere contabile e il mondo-Academy arancioneroverde, passando dalla scrivania ai campi.


«Al Favaro rimarrò sempre legato, per scorse tre stagioni mi hanno permesso di imparare tanto, come viceallenatore della juniores, poi team manager in prima squadra e lo scorso anno responsabile del settore giovanile. Qualche mese fa il presidente Alessandro Piovesan mi ha coinvolto in questo nuovo ruolo dirigenziale, collaboro con i responsabili Marco Fossali e Luca Lazzaro, anche nell'ambito del progetto scuola con H-Farm e il collegio Astori dove portiamo lo sport che amiamo». Un'avventura affrontata con grande entusiasmo. «Tantissimo, il mio sogno è che questa mia passione possa diventare il mio lavoro confida.

A me piace vedere il calcio come un mezzo per diventare degli adulti migliori, non il fine per facili guadagni e una vita ricca

«Il mio vuole essere un messaggio di speranza, ai bambini e ragazzi non parlo della mia malattia, ma tutto quello che ho passato mi fa affrontare la vita quotidiana con più positività. Va da sé, anch'io passo momenti negativi, però ripensare al mio percorso mi aiuta a ritrovare l'ottimismo e a provare a trasmetterlo».


Mattia Foffano non esclude un giorno di poter pensare ad allenare, ma al momento la sua priorità è apprendere e condividere. «A me il pallone ha salvato la vita, quando ero in un letto di ospedale guardavo le partite in televisione e non pensavo né mi sentivo malato. Il calcio resta uno sport e va vissuto come tale, con l'Academy entrare nelle scuole è la strada giusta per seminare valori quali l'impegno e l'educazione, senza prescindere mai dal divertimento». Un'esperienza che ha molto di emotivo e psicologico. «Ricevo sempre molta energia dai giovani calciatori. Nel mio piccolo cerco di ricambiare incitandoli a non mollare mai, ad ascoltare e ad essere fiduciosi nelle proprie capacità e in quelle dei compagni con i quali è davvero impagabile dividere un prato verde». (M.Del.)

Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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