Pordenone. Tre medici rinunciano alla pensione e continuano a lavorare: 5mila pazienti rischiavano di restare scoperti

I professionisti hanno scelto di lavorare oltre i 70 anni. Sollievo per cinque comuni che erano in difficoltà

Martedì 30 Gennaio 2024 di Marco Agrusti
Pordenone. Tre medici rinunciano alla pensione e continuano a lavorare: 5mila pazienti rischiavano di restare scoperti

PORDENONE - Secondo la normativa precedente, tutti e tre nel mese di marzo avrebbero salutato l’ambulatorio e soprattutto i pazienti. Nel dettaglio, più di 1.500 a testa in cinque comuni. Nel giro di venti giorni, quindi, circa 5mila persone si sarebbero trovate improvvisamente senza il proprio medico di medicina generale. Per una volta, però, una buona notizia interviene a rischiarare il cielo. E se si parla di sanità è ancora più importante. I tre medici di base in procinto di andare in pensione, infatti, hanno scelto di rimanere a lavorare. E lo hanno fatto grazie al decreto legge del 29 dicembre del 2022 che permette proprio ai dottori di famiglia di proseguire nel loro operato in ambulatorio anche dopo il raggiungimento del limite previsto per il pensionamento. Una norma per la quale è stata determinante la spinta del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, nonché caldeggiata a suo tempo dall’assessore regionale Riccardo Riccardi. 


COSA SUCCEDE
I medici di medicina generale che a marzo avrebbero abbandonato il proprio ambulatorio per andare in pensione sono Demetrio Adore (data prevista il 5 marzo), Luigi Cantabeni (doveva terminare il servizio il primo giorno di marzo) e Filippo D’Adamo, che avrebbe abbandonato lo studio il 25 marzo prossimo. Tutti e tre compiono nel 2024 il settantesimo anno d’età. E secondo la vecchia norma sarebbero stati costretti ad appendere metaforicamente il camice bianco al chiodo. Allo stesso tempo, l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale avrebbe dovuto aprire altre cinque zone carenti, pari cioè ai territori che sarebbero rimasti scoperti. Ecco però la buona notizia: tutti e tre i medici hanno scelto di approfittare della possibilità data dal decreto legge di fine 2022. Lavoreranno fino ai 72 anni d’età, consentendo da un lato ai pazienti di continuare ad essere assistiti dal loro medico “storico” e dall’altro all’Azienda sanitaria di prendere tempo per individuare i sostituti.

La norma dice esattamente questo: «Al fine di far fronte alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e di garantire i livelli essenziali di assistenza, in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, le aziende del Servizio sanitario nazionale, sino al 31 dicembre 2026, possono trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, il personale medico in regime di convenzionamento col Servizio sanitario nazionale». Ed è esattamente ciò di cui hanno approfittato i tre medici in questione. 


LA MAPPA
Il dottor Demetrio Adore, romano di nascita ma medico di base da tempo in provincia di Pordenone, continuerà a seguire i propri pazienti in un’area piuttosto vasta, che comprende i comuni di Polcenigo, Caneva e Budoia. È romano anche il dottor Luigi Cantabeni, che ha scelto di rimandare di due anni l’addio al camice e all’ambulatorio per proseguire il suo lavoro nell’ambito territoriale di Brugnera. Infine il dottor Filippo D’Adamo, nato a Foggia nel 1954 e impegnato all’interno dell’ambulatorio di Fontanafredda. Anche lui, come i colleghi coetanei, lavorerà fino a 72 anni. La decisione è stata agevolata anche dalla lettera inviata dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale alla Regione. Una missiva nella quale si parlava di «cronica carenza di medici di medicina generale di assistenza primaria a ciclo di scelta» e si chiedeva alla Direzione centrale salute del Friuli Venezia Giulia di aggiornare al più presto la mappa delle zone carenti sul territorio. 

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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