Francia-Italia 13-13 a Lilla, rugby Sei Nazioni: storico pareggio, meta di Capuozzo, un palo nega la vittoria. Azzurri nella top ten del ranking. Highlights

Domenica 25 Febbraio 2024, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:38

L'attesa

Per gli azzurri del rugby oggi a Lilla, scenari e cupi nuvoloni fiamminghi, non dovrebbe essere difficile fare meglio di quello che hanno combinato a Lione in autunno: alla Coppa del Mondo i francesi, allora come oggi privi del capitano Dupont, ci piallarono 60-7, otto mete a una. Il ricordo, doloroso assai, serve a esorcizzare almeno un po' questa ennesima partita, terzo turno del Sei Nazioni, in cui il pronostico per il capitano Lamaro e compagni è tombale: previsti almeno 20 punti di scarto con la vittoria dei Bleus che non è pagata dagli allibratori, mentre quella azzurra vale da 13 a 23 volte la posta.

MISCHIA

Passiamo alla bilancia: la mischia francese (gli 8 titolari) a trazione polinesiana e a stretegia sudafricana arriva a 972 chilogrammi senza appunto ricorrere ai fratelli panchinari Toufifenoua (265 kg in due). La mischia italiana si ferma a 865 kg, insomma è come se giocasse con un omone in meno. La prima linea francese, dove già il solo Atonio vale 147 kg, assomma 388 kg, mentre Fischetti, Nicotera e Zilocchi non vanno oltre 324. Per la Francia debutta da titolare il 19enne Posolo Tuilagi, seconda linea, 2 caps e 147 kg per un altezza di 198 cm. Ripetiamo che si tratta di un giovanetto di 19 anni, fra gli ultimi discendenti di una famiglia del Pacifico (Samoa) che ha sparso giocatori in tutto il mondo, Italia compresa. Per l'Italia debutta da titolare Ross Vintcent, 21 anni, terza linea, un cap, 98 kg, un peso che in effetti non rallenta troppo questo talentuoso ragazzone sudafricano con nonna materna italiana che fa il rider ciclista per le pizzerie Domino a Exeter per pagarsi gli studi universitari di Economia. Non che alla famiglia manchino risorse (dal Sudafrica si è stabilita a Dubai dove Ross ha iniziato a giocare già a tre anni), ma è quel tipo di educazione anglosassone che prevede che ai figlia sia garantito molto, ma non tutto. Ross Vintcent ha già fatto meraviglie con l'Under 20 (ne è stato anche il capitano) ma intanto si è trasferito a Exeter per studiare e giocare a rugby. Il ragazzone abita in un appartameto con altri cinque compagni di studi e per arrotondare consegna pizze. L'anno scorso si è ritenuto molto fortunato - ha raccontato al Telegraph - perché un amico gli ha procurato un biglietto per Inghilterra-Italia a Twickenham e adesso in nazionale ci gioca.

Da sinistra Tuilagi, Vintcent e Atonio


Perdonate comunque la precedente lista ponderale (sotto nelle formazioni trovate i pachidermici dettagli personali degli avanti francesi e italiani), ma è per ribadire che senza una mischia dominante non si va da nessuna parte perché poi ai trequarti, pure di classe come Capuozzo, Menoncello o Ioane, arrivano ben pochi palloni.

Perché il ct francese Galthie ha assemblato una mischia mai così pantagruelica (probabilmente la più pesante di sempre al mondo) quando invece da giovane allenatore non vedeva di buon occhio questi giganti, pure dalle mani abili, che nel gioco veloce inevitabilmente pagano dazio?

Perché da due cicli mondiali comanda il Sudafrica contro il quale pure Galthie si è rotto i denti all'ultima Coppa del Mondo. E allora avanti con i colossi pescati sempre più nel Pacifico a partire dalle colonie francese d'oltre mare. Nessuno di questi giganti gioca più di 50 minuti, ma nel frattempo i colossi garantiscono mischie chiuse e impatti devastanti e quindi tanti rifornimenti ai trequarti che alla Francia non sono mai mancati.

L'importanza di una mischia dominante l'ha dimostrato a perfezione il pack devastante degli Under 20 azzurri del ct Brunello che l'altra sera a Beziers hanno spazzato via per la prima volta i francesi tre volte campioni del mondo.

Un 20-23 che i loro fratelli maggiori a Lilla non possono nemmeno sognare allo stadio Pierre Mauroy dal prato ristretto (meglio per noi) e con il tetto chiuso. «Sono certo che ci sarà una reazione» dice il capitano Lamaro riferendosi al mesto 36-0 di Dublino. Speriamo. Del resto la pressione sui francesi, quarti al mondo ma finora balbettanti, non è poca mentre «noi possiamo pensare a fare la nostra partita», chiude il ct Quesada che in panca ha chiamato l'esordiente romano Matteo Canali , 23 anni (Zebre) e che lancia l'italo-francese Page-Relo del Lione in cabina di regia con l'apertura Garbisi.

Ieri a Dublino storico, e brillante, debutto dell'arbitro bresciano Andrea Piardi, primo italiano a fischiare nel Torneo. Veramente bravo anche di fronte a complesse decisioni. Ci vuole coraggio a fare scelte avverse all'Irlanda, e lui le ha fatte centrando alla perfezione il regolamento, la cui lobby arbitrale da anni domina il settore.

Paolo Ricci Bitti

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