Francia-Italia 13-13 a Lilla, rugby Sei Nazioni: storico pareggio, meta di Capuozzo, un palo nega la vittoria. Azzurri nella top ten del ranking. Highlights

Domenica 25 Febbraio 2024, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:38
Rugby Italia sfida Francia a Lilla diretta oggi 25 febbraio Sei Nazioni: perché i Bleus giocano con un uomo in più in mischia, fra gli azzurri il rider Vintcent, dalle pizze alla nazionale
di Paolo Ricci Bitti
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ROMA Come si fa a spaccarsi tra la soddisfazione - così rara, così insperata - della storica impresa e il rammarico per l'impresa che poteva essere ancora più leggendaria? Ecco, come ha detto il saggio ct Gonzalo Quesada, meglio stappare una bottiglia di champagne dopo quello che hanno combinato gli azzurri a Lilla ricacciandoci nella gola i pronostici tombali: nello stadio "Pierre Mauroy" con il tetto chiuso sopra 50mila fedeli, è finita 13-13 con la palla della vittoria, calciata da Paolo Garbisi sin lì impeccabile, che si è stampata sul palo di destra quando il tempo di gioco era scaduto. Dunque in Francia nel Sei Nazioni non abbiamo mai vinto, mentre dal 1929 oltre le Alpi non era mai stato strappato un pareggio. E in Coppa del mondo, appena 5 mesi fa, a Lione, eravamo stati piallati 60-7. Di più: il successo francese (con almeno 20 punti di scarto) non era pagata, quello dell'Italia era considerato così impossibile che valeva da 13 a 23 volte la posta, mentre il pareggio era quotato, giusto per dovere di allibratore, 64 volte. Ancora di più: la mischia dei Bleus (gli 8 titolari) a trazione polinesiana e a strategia sudafricana arriva a 972 chili. La mischia italiana si ferma a 865: insomma, per tutta la partita di ieri è come se avesse giocato con un omone in meno.

MOVIOLA IGNORATA

Allora a Lilla è stata proprio un'impresa: finora contavamo solo 3 vittorie in 49 sfide, l'ultima nel 2013 a Roma, cifre che devono spingerci ad archiviare in fretta numerose disdette di ieri che pure fanno fatica ad andare giù: la meta francese al 5', l'unica, proprio non c'era come hanno dimostrato le immagini del Tmo (la Var del rugby) inspiegabilmente trascurate dall'arbitro inglese debuttante Ridley; il pallone della possibile vittoria che Garbisi stava per calciare è scivolato da tee a 12 secondi dal conto alla rovescia dei 60 disponibili. Il mediano di apertura ha così raccolto in fretta e furia l'ovale, l'ha risistemato e l'ha calciato a 3 secondi dal gong. Palo pieno da 35 metri. Non basta: quel calcio così importante andava fatto ripetere perché i francesi, in stato di choc, si sono mossi in avanti durante la rincorsa dell'azzurro e ciò è proibito. Infine, la Francia ha giocato in 14 per tutta la ripresa per il rosso sacrosanto a Danty (placcaggio alto a Brex) subito prima del tè (10-3) e questo non è stato un vantaggio da poco per gli azzurri. Ok, ok, ha ragione Quesada, via tutte queste quisquilie in questo fine settimana doppiamente lieto perché l'Under 20 azzurra del ct Brunello ha, per la prima volta in assoluto nel Torneo, battuto (20-23) a Beziers i francesi tre volte campioni del mondo. Una vittoria e un pareggio messi a segno dal movimento italiano che non è nemmeno paragonabile, sotto ogni aspetto, a quello transalpino, come lo stesso Quesada aveva sottolineato alla vigilia del match in un'intervista a "Midi Olympique".


Ma come hanno fatto a sconfessare il pronostico i giovani e leggerissimi azzurri? Difesa, difesa, difesa: nel primo tempo la Francia ha avuto il 70% del possesso e quasi il 100% del territorio. Gli azzurri hanno placcato i bleus con tale veemenza, con tale acume tattico da farli sbattere di continuo contro un muro. E provateci a fermare una, due, tre volte il 19enne Posolo Tuilagi che pesa 147 chilogrammi. Oppure il pilone Atonio, stessa stazza, ma con la barba. Il capitano Lamaro sembrava Davy Crockett, ma alla fine, in 80 minuti, Fort Alamo degli azzurri non ha ceduto (la meta di Ollivon, non conta, l'abbiamo detto), il che è francamente superlativo, al limite del sovrannaturale. Abbiamo sofferto, come previsto, in mischia chiusa, ma poi due le abbiamo persino ribaltate. Bene la touche con Rizza, ottimo il quasi debuttante Vintcent, 21 anni e soltanto 98 chili, terza linea che per pagarsi gli studi a Exiter consegna pizze. Quel primo tempo di sacrificio degli azzurri ha mandato in tilt le sicurezze dei bleus che ieri non avrebbero dovuto solo vincere, ma persino "sedurre" i francesi (L'Equipe dixit). Macchè, la seduzione è stata solo dell'Italia che nella ripresa è uscita dalle barricate riuscendo a lanciare più volte i trequarti con un dirompente Menoncello (mvp) fino alla svolta al 69' quando proprio il trevigiano, innescato da una mischia sula linea dei 22 metri italiana, ha risalito il campo avviando l'azione corale tra avanti e trequarti conclusa con il tuffo in meta di Ange Capuozzo. Un seducente capolavoro in attesa della Scozia a Roma il9 marzo.

Ranking

Un pari avvolto di allure che vale anche la top ten del ranking internazionale che ci sfuggiva dal 2013: da lunedì saremo al decimo posto dopo l'Australia e prima delle Fiji, meglio di così nel 2013 (noni) e nel 2007 (ottavi). Nel 2022 eravamo precipitati al 15° posto.

Gli spogliatoi

«Più rammaricato o più soddisfatto? Rammaricato» risponde al volo il capitano Michele Lamaro. «Penso che stapperemo una bottiglia di champagne», risponde il più pragmatico ct Gonzalo Quesada che in 56 giorni di lavoro ha ottenuto un risultato sfuggito a tutti gli allenatori della nazionale dal 1929 a oggi tranne Georges Coste che in Francia ci ha vinto nel 1997. «Tra la vittoria e il pareggio c'è un palo: non credo - continua l'argentino - che questo accidente del destino riduca l'entità della nostra prestazione. Detto che non siamo ancora arrivati da alcuna parte, credo che possiamo essere molto soddisfatti e molto orgogliosi, e io lo sono a maggiore ragione perché conosco bene il rugby francese, di questa partita che ci vedeva così svantaggiati nel pronostico. E' vero che la Francia ha giocato in 14 per tutta la ripresa, ma impedirle di segnare mete a parte la prima rappresenta un risultato magnifico. La nostra difesa è stata entusiasmante, sapete bene quanto sono duri e pesanti i bleus. Poi c'è la meta splendida di Ange Capuozzo costruita da tutta la squadra, un capolavoro».
«Ma io credo - riprende Lamaro - che questo storico pareggio sia sintetizzato bene dalla nostra decisione di giocare nei due minuti supplementari del primo tempo, In passato ci saremmo accontentati del 10-0 scritto sul tabellone e avremmo calciato in touche. Invece abbiamo attaccato ottenendo 3 punti per la carica a testa alta di Danty (su Brex, punizione da lunga distanza centrata da un sorprendente Page-Relo) che poi è stato pure espulso. Tre punti per il punteggio e tremila per il morale». Tutto verissimo.

I marcatori

13-13 (p.t. 10-3)

Marcatori

5' 7-0 m. Ollivon tr. Ramos

12' 10-0 c.p. Ramos

43' 10-3 c.p. Page-Relo

--

44' 13-3 c.p. Ramos

60' 13-6 c.p. Garbisi

69' 13-13 m. Capuozzo tr. Garbisi

Le formazioni

Francia: Ramos; Penaud, Fickou, Danty, Lebel; Jalibert, Locu; Gros (112 kg), Ollivon (cap.) (114 kg), Boudehent (100 kg); Tuilagi (147 kg), Woki (111 kg); Atonio (147 kg), Mauvaka (124 kg), Baille (117 kg). A disp. Marchand, Sebastien Toufifenoua (130 kg), Aldegheri, Romain Taoufifenoua (135 kg) , Roumat, Abadie, Le Garrec, Moefana.

Allenatore: Fabien Galthie

Italia: Capuozzo; Menoncello, Brex, Mori, Ioane; Garbisi, Page-Relo; Vintcent (98 kg), Lamaro (cap.) (103 kg), Favretto (110 kg); Ruzza (110 kg), Cannone (106 kg); Zilocchi (106 kg), Nicotera (102), Fischetti (116 kg). A disp. Lucchesi, Spagnolo, Ferrari, Canali, Zambonin, Zuliani, Varney, Marin.

Allenatore: Gonzalo Quesada

Arbitro: Ridley (Inghilterra)

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