Un pomeriggio di fine agosto, una manovra azzardata e un volo che sta per partire. Basterebbero questi tre elementi per raccontare la vicenda che in poche ore avrebbe trasformato un 76enne romano da stimato avvocato a imputato con l'accusa di omissione di soccorso. Venerdì mattina davanti al giudice monocratico del tribunale penale di piazzale Clodio è comparso Andrea Ambrosi, difeso dagli avvocati Giacomo Satta e Riccardo Riedi. Presente in aula per deporre anche la vittima 45enne. Tutto inizia una mattina del 29 agosto 2021. Ambrosi, a bordo della sua Mercedes fiammante, sfreccia sul Grande Raccordo Anulare tra le macchine in movimento lungo il monumentale snodo viario romano, trafficatissimo anche a fine agosto. Seduta accanto c'è la moglie. L'avvocato procede «in carreggiata centrale esterna si legge sul capo d'imputazione con direzione di marcia Roma-Fiumicino e, giunto in prossimità dello svincolo per la via Magliana A/91 Roma/Fco, devia bruscamente la marcia verso destra».
L'INCIDENTE
Tutto succede in una frazione di secondo e la Mercedes entra in collisione con il motoveicolo Suzuki Burgman.
Ma è proprio a questo punto che la storia assume una vicenda dai contorni giudiziari. L'urto tra auto e moto è forte, difficile ipotizzare che Ambrosi o la moglie non se ne siano accorti. Eppure la coppia non si ferma, non accenna nemmeno una frenata e prosegue in direzione Fiumicino come se nulla fosse. Fortunatamente le numerose vetture che assistono all'incidente si fermano per prestare i primi soccorsi e chiamano prontamente ambulanza e polizia. «Quando siamo arrivati sul luogo dell'incidente abbiamo trovato solo lo scooter Suzuki Burgman a terra e accanto un uomo sdraiato testimonia in aula uno degli agenti della Polizia Stradale intervenuti erano presenti diverse persone, tra cui un uomo che diceva di aver assistito all'incidente e di aver seguito la Mercedes per un tratto riuscendo a fotografare la targa».
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