«Giulia era una persona buona. Aiutava chiunque ne avesse bisogno, non sopportava la violenza. Con uno sguardo ti metteva dalla parte del torto. Oggi è il simbolo della lotta contro il femminicidio». Così Gino Cecchettin parla della figlia Giulia, uccisa a 22 anni l'11 novembre 2023 dall'ex fidanzato Filippo, un ragazzo che diceva di amarla.
È per la prima volta a Torino, al Salone del Libro dove porta "Cara Giulia" e annuncia, in un incontro molto toccante, la nascita «a ottobre, al massimo novembre» della Fondazione Giulia per per fare formazione nelle scuole promuovendo il dialogo e la prevenzione della violenza.
Filippo Turetta, il processo in autunno. «L'omicidio di Giulia Cecchettin fu premeditato»
Gino Cecchettin e la figlia
«Vogliamo che il suo nome sia associato a un messaggio di speranza e di cambiamento», spiega.
«Da mia figlia ho imparato a essere gentile e un po' meno maschio alfa. Quando Elena (la sorella di Giulia, ndr) mi ha parlato per la prima volta di patriarcato ho preso il dizionario e ho capito che aveva ragione. A Giulia è stata negata la possibilità di essere libera. Io supporterò Elena nella sua lotta, anche su alcune tematiche abbiamo punti di vista diversi la sosterrò sempre».