L'impresa di Possamai a Vicenza, isola di sinistra per 500 voti di differenza

E' l'unico capoluogo d'Italia in cui il centrodestra ha perso in questa tornata di ballottaggi. Lo sconfitto Rucco: "Ci è mancata la comunicazione"

Martedì 30 Maggio 2023 di Alda Vanzan
Giacomo Possamai

dal nostro inviato
VICENZA - “Rucco go home”. Il cartello, scritto a penna, compare nell’affollata sala del quartier generale di Giacomo Possamai quando lo scrutinio è quasi finito, sono 110 seggi su 111, ma è evidente che il sindaco uscente non riuscirà più a rimontare.

Siamo in Corso dei Santi Felice e Fortunato ed è già festa, applausi, grida, abbracci, brindisi, mentre a qualche centinaio di metri di distanza, in Stradella del Garofolino, il sindaco sconfitto Francesco Rucco alza il telefono: «Giacomo, congratulazioni».


I RISULTATI
A Vicenza il ballottaggio finisce con uno scarto di 500 voti: il sindaco uscente Francesco Rucco sostenuto dal centrodestra si ferma a 22.916 schede pari al 49,46%; lo sfidante Giacomo Possamai, sostenuto dal centrosinistra largo, con il Terzo Polo in coalizione fin da subito e un’intesa politica con il M5s al ballottaggio, lo supera: 23.416 voti, 50,54%. Rispetto al primo turno Rucco ha recuperato 2.049 voti, ma non gli sono bastati. È così che Vicenza risulta l’unico dei 41 Comuni italiani andati al ballottaggio in questa tornata elettorale dove non solo c’è stata un’alta affluenza alle urne (52,78% contro la media nazionale del 49,61%), ma soprattutto l’unico Comune dove il centrodestra ha perso e il centrosinistra ha vinto. Evidentemente i comizi dei tanti ministri calati nel capoluogo berico sulla “filiera” governo nazionale-regione-città non hanno convinto gli elettori. O, forse, ha convinto di più Giacomo Possamai.


CHI È
La vittoria è merito della squadra, dei partiti, dei tanti volontari che l’hanno aiutato, ma prima di tutto è merito del candidato sindaco. Giovane, trent’anni, ma non inesperto. Politico, non civico: già consigliere comunale a Vicenza, secondo classificato alle primarie di cinque anni fa (quando poi al primo turno vinse Francesco Rucco contro Otello Dalla Rosa), votatissimo alle Regionali del 2020 tanto da diventare capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini. E innamorato della propria città, tanto da rinunciare alla “nomina” in Parlamento alle Politiche dello scorso settembre. La battuta di Dario Vergassola alla festa conclusiva della campagna elettorale dà il segno della determinazione: “Quindi lei rinuncerebbe allo stipendio di consigliere regionale per fare il sindaco e prendere meno? Sicuro di stare bene?”.
Achille Variati, oggi europarlamentare, già sindaco di Vicenza per 15 anni, annuisce: «Per vincere non basta la squadra, bisogna avere il candidato giusto. E Giacomo lo è». È anche vero che a Vicenza l’alternanza destra-sinistra è ricorrente: nel 2008 gli addetti ai lavori davano per sicura l’elezione della forzista Lia Sartori, vinse Variati. Che ora dice: «La vittoria di Giacomo oggi assomiglia molto alla mia di allora». E perché Rucco ha perso? «Perché non ha gestito con “calore” il Covid: durante la pandemia i sindaci sono entrati in sintonia con la sofferenza delle città ed erano invincibili. Rucco no, forse per carattere, non so, ma è stato freddo».


LO SCONFITTO
In Stradella del Garofolino, davanti a un mesto quartier generale, neanche la metà per spazi e attrezzature di quella dello sfidante, l’avvocato Francesco Rucco dà tutt’altra spiegazione della clamorosa sconfitta: «Il Pd ha investito tante risorse per queste elezioni, non solo economiche, anche di persone, immagino in una ottica che punta alle prossime Regionali. A noi invece è mancata la comunicazione, abbiamo lavorato e ottenuto tanti risultati per Vicenza in questi cinque anni, ma non l’abbiamo raccontato. E comunque, con 500 punti di scarto, il risultato è un sostanziale pareggio. Cosa farò io adesso? Resterò in consiglio comunale, l’alleanza di Possamai è un “minestrone” che va dai centristi alla sinistra radicale al Pd e al M5s, non credo che per lui sarà facile governare. È stato bravo nella narrazione, credo che avrà non poche difficoltà nella realizzazione di quanto promesso». Da via Bellerio, intanto, arriva la telefonata di Matteo Salvini: il segretario della Lega si complimenta comunque con il sindaco uscente e, «da vicepremier e ministro», dice «di restare a disposizione della città, pronto a collaborare con la nuova giunta».


IN PIAZZA
In Corso dei Santi Felice e Fortunato arriva una macchina della Polizia locale: è previsto un corteo fino in piazza dei Signori per festeggiare la vittoria. Le volontarie riunite nell’associazione “Quelle delle coperte” hanno già preparato il cartellone che aprirà la sfilata, con i ponpon rossi hanno scritto “Viva Giacomo”. In sede è già arrivata la nonna del neosindaco, mentre il Pd è in forze con il segretario regionale Andrea Martella, il consigliere veneto Jonatan Montanariello, l’europarlamentare Alessandra Moretti, c’è anche Chiara Luisetto che prenderà il posto di Possamai a Palazzo Ferro Fini. Sorride Matteo Tosetto, l’ex coordinatore di Forza Italia che, cacciato dalla giunta di Rucco, ha appoggiato lo sfidante prendendo più voti degli azzurri: «Se sarò io il vicesindaco? Non ne abbiamo mai parlato». Possamai è pronto ad andare in piazza: «Se pensavo di vincere? Ci ho creduto dal primo giorno».
 

Ultimo aggiornamento: 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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