VENEZIA -Ha raccontato di come Ivano Gritti, colpito dal proiettile sparato da Ciro Esposito, gli sia caduto tra le braccia. E di come lui, per sorreggere il corpo dell’amico, si sia abbassato. Un gesto istintivo che gli ha salvato la vita: il secondo colpo gli è sibilato sopra il capo. Così ieri Cristopher Antonio Rath ha ricostruito, davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo Vicinanza, le drammatiche fasi dell’omicidio della notte del 9 gennaio in calle delle Chiovere.
Un incidente probatorio voluto per fissare, ancor prima del processo, una testimonianza ritenuta chiave. Poco più di un’ora di udienza, a porte chiuse, con i protagonisti di questa tragedia. C’era Esposito, assistito dall’avvocato Claudio Beltrame. C’era la moglie separata della vittima, parte offesa con l’avvocato Antonio Alessandri. C’era il pubblico ministero Patrizia Ciccarese, che sta coordinando queste indagini. Clima a tratti teso, con l’indagato che è stato anche ripreso dal giudice per aver alzato la voce.
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