«Settanta chili in meno grazie alla mia musica», come il Covid (e non solo) ha cambiato la vita al violinista veneziano Domenico Nordio

Sabato 3 Febbraio 2024 di Mauro Rossato
Domenico Nordio, violinista veneziano

La storia di Domenico Nordio, violinista, che dopo aver contratto il Covid ha cambiato la sua vita. «Prima pensavo solo al successo, ma non a me stesso»

Potrebbe essere una battuta, ma in questo caso calza a pennello. Con la musica si dimagrisce. Ancor più suonare uno strumento: rilassa e fa bene contro la pinguedine. Se poi si passa attraverso le "forche caudine" del Covid, ogni forma di rigenerazione non è solo salutare, ma anche vitale. Ne sa qualcosa Domenico Nordio, veneziano d'origine, acclamato violinista, uno dei più acclamati musicisti della sua generazione, con un curriculum denso di riconoscimenti e concerti applauditi nelle più importanti sale in tutto il mondo (Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Filarmonica di San Pietroburgo, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra e la Suntory Hall di Tokyo).

Nei giorni scorsi si è esibito ad Azzano Decimo con un programma incentrato su Mozart, in particolare il Concerto in la maggiore per violino e orchestra K 219 e la Sinfonia in la maggiore K 201, due scritture giovanili ma già dall'evidente ricchezza di elaborazione e originalità formale.


«Mozart è uno degli autori che frequento fin da piccolissimo esordisce Nordio è un compositore col quale non si può tecnicamente bluffare e le sue orchestrazioni sono sempre virtuosistiche.

Mozart è uno di quegli autori che permettono libertà di approccio strumentale ed è un compositore che si ama o non si ha il coraggio di affrontare. È il mio autore di elezione e lo voglio condividere con il pubblico anche se in questo caso propongo opere giovanili e meno conosciute. Mozart è controverso e forse per questo stimolante. Io lo suono come mi piace perché ho raggiunto un'età nel quale posso permettermi di suonare per stare bene con sé stesso».

VITA SCONVOLTA

Una consapevolezza che Nordio ha maturato anche a seguito di un evento che gli ha radicalmente cambiato la vita. Nel 2020, quando è nel pieno di una carriera frenetica, iniziata a 16 anni nel 1987, fatta di concerti giornalieri in ogni parte del mondo (sono ben 95 i paesi nei quali ha suonato) contrae il Covid e viene ospedalizzato per un mese, perdendo tanta parte della propria capacità polmonare. «L'evento mi ha cambiato sicuramente la vita. L'ho beccato in un momento nel quale non c'erano cure - spiega . A me è andata bene perché sono qui a raccontarlo. È cambiato il mio approccio alla vita perché ho rivalutato aspetti che prima mi sembravano scontati: famiglia, amici e soprattutto il tempo da dedicare a me stesso». Per riprendersi Nordio segue i consigli dei medici, dieta stretta vegetariana, non per ragioni etiche ma di salute, e inizia a camminare, poi a correre e infine a confrontarsi con le prime salite sull'Altipiano d'Asiago dove risiede e addirittura partecipando a trail e mezze maratone, dopo aver perso oltre 70 chili.

QUOTIDIANITÀ

«Ho ritrovato il piacere della cura di me stesso, allentando la morsa e il ritmo dei concerti. Ho iniziato a godermi i miei quattro figli dando loro anche quantità oltre che qualità, riscoprendo le piccole cose della quotidianità. Questo si è riflesso nel mio modo di suonare. Mi piace il palcoscenico perché ora posso essere me stesso e questo deriva dalla consapevolezza della caducità della vita. Ora non mi sento più un uomo di successo che deve stare tutti i giorni sul palcoscenico, ma centellino gli impegni e me li godo. Sono un privilegiato perché posso permettermelo dopo un'intera carriera. La cosa che io abbia iniziato a correre colpisce sempre tutti. Ma è partito tutto come imposizione medica per recuperare la capacità polmonare per non rischiare l'ossigeno a vita. Io a quest'idea mi sono sempre ribellato. Ho iniziato a 49 anni ed è stata una nuova sfida. Correre da piacere e fa produrre endorfine. Non ci credevo, ma è vero. La mia filosofia è che niente più doveva decidere per me, neanche la malattia».
Altra particolarità di Nordio è il suo essere fieramente anti social network. «In realtà ho un profilo Instagram, che permette di catalogare le immagini della mia vita e i luoghi che visito, ma ovviamente con profilo chiuso e riservato a pochissimi contatti. La stortura social è l'esagerata promozione di sé. Nella mia generazione facevi i concerti perché vincevi concorsi internazionali, che erano una decina. Oggi per farsi largo ci sono patetici post di autopromozione che vendono gli artisti come fossero unici al mondo. Per me invece l'unica ed imparziale valutazione la dà il palcoscenico: se suoni bene puoi continuare a farlo. Oggi c'è la commistione tra il ruolo e l'aspetto personale. Si vende la persona più che la capacità e si vedono cose che dovrebbero rimanere private. Il pubblico ti deve venire ad ascoltare perché sei bravo e non perché sei simpatico o accattivante. Manca completamente il distacco che scinde uomo e musicista. I social in questo fanno enorme confusione. Io preferisco incontrare le persone dal vivo ed evitare quelle che non mi piacciono. Credo di essere l'unico musicista in carriera completamente privo di social e questo incuriosisce. Quindi tutto sommato è anche un vantaggio».

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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