Ozpetek, la bella Smutniak e una passeggiata nell'acqua, ecco il Padiglione Venezia

Giovedì 9 Maggio 2019 di Raffaella Ianuale
Ozpetek, la bella Smutniak e una passeggiata nell'acqua, ecco il Padiglione Venezia
VENEZIA - Venezia concepita come un corpo vivente che si lascia attraversare. È un percorso immersivo, che può essere visto dall’interno o dall’esterno, quello allestito nel Padiglione Venezia. «Volevamo trasmettere le molte suggestione che questa città offre - spiega la curatrice Giovanna Zabotti - perché crediamo sia ancora possibile lavorare su Venezia». Sette gli artisti di valenza internazionale coinvolti, tra loro lo scultore Fabio Viale, il regista delle “Fate ignoranti” Ferzan Özpetek con la sua musa, l’attrice Kasia Smutniak, e il profumiere Lorenzo Dante Ferro. Insieme hanno colto l’essenza della città attraverso i suoi simboli e l’uso dei suoi materiali: pietra, marmo, legno, corda e tessuto.
 
L’OPERA DEL FRATE
Il Padiglione, accolto ai Giardini per la 58. Biennale d’Arte, è concepito come un percorso che inizia dalla dimensione spirituale affidata a Sidival Fila, frate francescano che vive nel convento di San Bonaventura a Roma. La sua presenza rappresenta una novità perché è il primo ecclesiastico a esporre alla Biennale di Venezia. E la sua opera, “Golgota”, è una sintesi del mistero pasquale rappresentato da un grande Cristo crocefisso incastrato tra le tele di lino antico legate assieme dall’artista, mentre alle pareti spiccano i colori dei tessuti settecenteschi, tutti materiali preziosi provenienti dal mondo cristiano. Le figure sacre si riflettono sull’acqua, quella veneziana, che è il filo conduttore del padiglione. Da qui parte il canale delineato dalle splendide bricole scolpite nel marmo da Fabio Viale, un percorso che consente al visitatore di camminare immerso nell’acqua senza bagnarsi. La passeggiata procede in un tunnel che si snoda tra le tredici bricole coinvolgendo tutti i sensi, compreso l’olfatto: si respira l’essenza naturale della laguna e l’odore delle bricole bagnate dall'acqua salmastra grazie alle miscele del maestro profumiere Dante Ferro. Ci si può immergere in questo viaggio “bagnato” o si può scrutare da fuori attraverso le grandi vetrate che caratterizzano il corpo centrale del padiglione.
IL VIDEO DELLA BELLEZZA
Dall’acqua reale si passa a quella proiettata nel film di Ozpetek, dove Venezia diventa una donna con il volto di Kasia Smutniak, la bella attrice polacca che quasi si fonde con i canali. Tutte le immagini della città passano su di lei, bellissima ed eterna, sdraiata sotto l’acqua prima e poi riemersa, ma non devastata dall’acqua alta che attanaglia la città, ma rigenerata nel suo splendore. Ad accompagnare le sue movenze la musica, concepita come un canale operistico, del direttore artistico dell’opera nazionale greca Giorgios Koumendakis. Chiude la performance il leone di San Marco del designer tedesco Mirko Borsche in una grande installazione architettonica firmata Plastique fantastique. Il padiglione, dal 14 giugno, si arricchirà dell’esposizione delle opere dei giovani artisti vincitori del concorso “Artefici del nostro tempo” promosso dall’Amministrazione Comunale di Venezia.
Raffaella Ianuale
Ultimo aggiornamento: 19:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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