La reliquia nel cassetto: nel borgo scelto dal Papa e da Napoleone

Lunedì 28 Maggio 2018 di Paola Treppo
La misteriosa reliquia di San Valentino nel borgo perduto di Nogaredo, a San Vito al Torre

SAN VITO AL TORRE (Udine) - La reliquia nel cassetto: nel piccolo borgo scelto dal Papa e da Napoleone. Sembra il titolo di un film. Invece è la storia, mai raccontata, di un minuscolo abitato della Bassa Friulana. Si chiama Nogaredo: una chiesa, una dimora storica dove ha festeggiato le sue nozze la cantante Elisa, l'agriturismo Al Cammino, case contadine in sasso rimaste intatte, la vecchia dogana austro ungarica del XVIII secolo che cade a pezzi, da anni in vendita, e tanta, tanta campagna. Siamo nel comune di San Vito al Torre, un paese silenzioso, calmo, con pochi abitanti, pochi edifici e tante dimore storiche immerse nel verde.

Quando passò Papa Pio VII 
Eppure, un tempo, questo paesino di confine, era al centro di un mondo vivace e mondano. Oggi, di quella storia, resta poco. Di scritto quasi nulla. Ma la memoria orale non è mai morta e racconta di quando Papa Pio VII, durante il suo viaggio verso Vienna, si fermò in questo paesino, «Probabilmente per un cambio di cavalli - dice il parroco, don Federico Basso -; evidentemente qui abitava qualcuno legato allo Stato della Chiesa. Si racconta che soggiornò una notte, probabilmente in un convento di cui nel tempo si è persa ogni traccia. È stata demolita anche l’antica Parrocchiale». 

Il "grazie" di Napoleone al contadino 
Papa Pio VII non fu l'unico a scegliere questo abitato così piccolo per trascorrere la notte: la tradizione locale narra che lo stesso Napoleone si sia fermato a Nogaredo. Non a Villa Gorgo, una dimora storica da sogno che da quattro anni è aperta per eventi e cerimonie, ma nella semplice casa di un contadino. «A lui il grande condottiero chiese aiuto per poter attraversare, con le sue truppe, il torrente Torre. Per ricompensarlo delle sue indicazioni, che si rivelarono preziose, Napoleone esaudì un suo desiderio: uno dei suoi generali fece da padrino al figlio del contadino. Non abbiamo riscontri storici ma se qualcuno racconta ancora oggi questa storia, di vero qualcosa ci sarà». 

La chiesa 
Nogaredo è un silenzioso scrigno di storia e arte. Sono le 2 e mezza del pomeriggio ed è maggio, il mese della Madonna. Una donna del borgo arriva in bicicletta, nel gran caldo, davanti alla chiesa di Sant'Andrea, intitolazione che rimanda alla tradizione norcina di questi luoghi, tanto tempo fa; l’anziana ha con sé ha le chiavi del portone del luogo sacro; apre, perché alle 15 si recita il rosario: «Lo facciamo noi, laici, perché il parroco è pieno di paesi e di comunità da seguire. Fa quello che può. Ma qui dice messa ogni sabato sera. La chiesa per noi è un luogo di ritrovo importante e la teniamo pulita; gli altari sono pieni di gigli, anche del giardino di casa mia». 

Gli affreschi del 1500
Per il resto della settimana, questo edificio sacro, che un tempo fu Parrocchiale, nato in origine come cappella della famiglia Gorgo, che possedeva tutto il paese, resta chiuso a chiave, allarmato. Perché dentro gli arredi sono di grande valore e c'è timore dei ladri. Sui muri si intravvedono affreschi del 1500, le croci di consacrazione, meravigliosi altari e reggi candelabro. Un fonte battesimale in pietra lavorato del tutto simile a quello di Aiello, del 1500. 

La reliquia nel cassetto 
Sull'altare di destra, una sorpresa: è la reliquia di San Valentino. «L'abbiamo trovata in un cassetto, qualche anno fa. Sopra c'era la scritta “San Valentino”. Così, grazie a un artigiano del posto che ha realizzato il reliquiario in legno inciso e decorato, l'abbiamo esposta nel mese di febbraio di tre anni fa. Poi è rimasta sempre lì, perché i fedeli ci tengono: è venerata e induce alla preghiera, che è la cosa più importante. Purtroppo non abbiamo registri parrocchiali o catapan che raccontino di più di chi visse a Nogaredo. Per certi versi è un paese la cui storia è avvolta per la gran parte nel mistero». 

Lungo la via Julia 
Il borgo gravita attorno alla piazzetta centrale del paese lungo la strada provinciale Triestina; il rimando della trattoria lungo la via, Città di Trieste, dove in questo periodo si mangiano gli asparagi, non è casuale: evoca le vicende e le importanti funzioni di transito che aveva questa direttrice, internazionale. Qui passa anche la via Julia che conduce a un antico guado sul torrente Torre, forse quello che usò Napoleone per passare il corso d'acqua con le sue truppe. 

 

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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