Urla razziste contro due giocatori di colore, rissa e scandalo nelle giovanili in Friuli

Mercoledì 24 Gennaio 2024 di Marco Agrusti
Una partita di calcio giovanile (archivio)

Agli spettatori seduti sui gradoni della tribuna, probabilmente era arrivata agli occhi solamente la maxi-rissa. Un tutti contro tutti iniziato in campo, con tanto di espulsi e ammoniti, ma proseguito anche negli spogliatoi con spintoni, qualche mano alzata e perfino un manico di scopa usato per colpire i “rivali”.
Ma quella rissa, per cosa era scoppiata? È leggendo una frase precisa del comunicato numero 67 della sezione friulana della Lega nazionale dilettanti che viene a galla un nuovo - inquietante - caso di razzismo nel mondo del calcio.

Pochi giorni prima rispetto al boato provocato dalle urla contro il portiere del Milan Maignan a Udine. Esattamente il 12 gennaio. Con un’aggravante: è successo - di nuovo - in una partita tra ragazzini. Nel calcio giovanile. E ora interverrà la Procura federale. 


I FATTI


La partita è quella tra l’Union Martignacco, che in quella fattispecie gioca in casa, e l’Azzanese. Sono formazioni giovanili e non forniremo ulteriori dettagli sulla categoria esatta per non rendere identificabili i minorenni protagonisti di questa brutta pagina di sport. La gara, quel venerdì, fila via senza problemi per buona parte del tempo regolamentare. Nell’Azzanese sono in campo due giocatori di colore. Sono nati in Italia, come se il dettaglio aiutasse a comprendere cosa succede di lì a poco. Alcuni giovani calciatori dell’Union Martignacco, infatti, rivolgono agli avversari di colore frasi pesantissime. E l’analogia con quanto successo sabato sera al “Bluenergy Stadium” di Udine contro Mike Maignan è fin troppo sinistra. «N...di m...», detto al plurale, per offendere nel modo più becero entrambi i giovani calciatori di colore, che come detto tuteliamo non riferendo né l’età, né il ruolo ricoperto sul campo di gioco. Frasi di chiaro stampo razzista durante una partita delle giovanili all’inizio del 2024. Comportamenti che il giudice sportivo ha definito nel comunicato ufficiale «discriminatori e di stampo razzista». Quindi zero margini per qualsiasi dubbio di sorta. 


LA REAZIONE


A quel punto, in campo è successo di tutto. Sempre nel comunicato del giudice sportivo, riportato poi dalla Lega nazionale dilettanti del Friuli Venezia Giulia, si parla di un «confronto di massa tra calciatori e dirigenti di entrambe le squadre, originato proprio dai comportamenti discriminatori». Si fa riferimento anche all’ingresso in campo di soggetti non identificati.
Lo stesso giudice sportivo, poi, nell’impossibilità di assumere tutti i provvedimenti necessari ha scelto di approfondire ancora la dinamica, nonché di provvedere ad identificare tutti i soggetti non riconosciuti ufficialmente dal direttore di gara. Per questo si è deciso di inviare l’intero fascicolo alla Procura Federale, «la quale potrà svolgere le indagini al preciso fine di identificare i soggetti coinvolti». Intanto, sulla base del referto dell’arbitro, sono stati squalificati per quattro e due gare due giocatori dell’Azzanese, i quali avrebbero partecipato alla rissa per difendere i due compagni di colore. 


LA TESTIMONIANZA


A parlare dell’accaduto è anche il presidente dell’Azzanese, Francesco Miot: «Durante la partita - ha riferito - due nostri giocatori a cui siamo molto legati e che conosciamo da tempo sono stati insultati con frasi razziste dagli avversari. A quel punto è scoppiato il parapiglia. Fortunatamente nel suo referto il direttore di gara ha riportato tutto quello che è successo, frasi razziste incluse. Ora speriamo che la Procura Federale faccia il suo lavoro al meglio». 

Ultimo aggiornamento: 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci