Antonella Ruggiero chiude la rassegna "Tra ville e giardini"

Mercoledì sera la cantante genovese sarà in concerto in Villa Badoer con Roberto Olzer al piano

Lunedì 21 Agosto 2023 di Marcello Bardini
Antonella Ruggiero in concerto a Fratta Polesine

FRATTA POLESINE - Chiusura importante per “Tra ville e giardini”. Villa Badoer a Fratta Polesine farà da cornice all’ultimo evento della rassegna, che avrà un’ospite speciale: mercoledì alle 21.30 Antonella Ruggiero si esibirà infatti nel suo “Concerto versatile” (biglietto a 10 euro, in prevendita su diyticket o, sul posto, in cassa a partire dalle 20). Ruggiero è una delle voci più versatili del panorama internazionale, prima con i Matia Bazar e poi, dagli anni novanta, con una carriera solista tanto variegata quanto di successo. In questo concerto (con il contributo di Roberto Olzer al pianoforte e all’organo liturgico) interpreterà, in chiave tutta nuova, brani che hanno fatto la storia della musica leggera italiana e non solo. 


CAMMINO MUSICALE
Ruggiero non si è infatti fermata al pop: negli ultimi anni ha attraversato la musica della cultura religiosa occidentale, indiana e africana per poi spingersi nelle atmosfere di Broadway, al fado portoghese e all’Italia fra le due guerre. Ruggiero, cosa significa essere versatili, nella musica di oggi? «Significa non raggiungere una cosa orrenda, che nell’arte non può esistere: la ripetitività. Significa muoversi liberamente. Oggi nella musica c’è, purtroppo, molta omologazione. Basta però spostarsi dalla volontà delle grandi industrie per scoprire musicisti giovanissimi (anche solisti di musica classica) molto bravi che non vengono messi a disposizione del grande pubblico. Ma l’alternativa al mainstream c’è e può avere anche la prospettiva di una carriera, non di “meteore” che durano il tempo di un successo».
A proposito di durata nel tempo, ricorrono i 40 anni dell’album “Tango” dei Matia Bazar, con capolavori come “Vacanze romane” e “Elettroshock”. «Trovo quell’album e il successivo “Aristocratica” due dischi bellissimi ancora oggi, che furono arrangiati con maestria da Roberto Colombo. Quando registravo quei brani ero consapevole del fatto di poter interpretare a mio piacimento, su basi interessanti, parole surreali. L’autore era Aldo Stellita: quei testi potevano risultare incomprensibili, ma cantandoli mi divertivo molto e piacciono tuttora. La stessa definizione di musica leggera è stretta, come quella di “pop”. Sono termini che significano tutto e niente. Del resto, arriva al grande pubblico anche la musica tradizionale. Le etichette si intrecciano sempre».
E com’è, invece, cantare i brani altrui? «Ho avuto la fortuna di avere confidenza con tutti i generi fin da bambina.

In casa mia si sentivano i canti alpini come i cantanti degli anni Trenta. Nel 1996, quando ho iniziato la mia carriera solista, ho proposto subito anche brani altrui. Ed è stato facile, perché mi scorrevano dentro. Inoltre, ho sempre potuto suonare con musicisti che arrivavano da generi diversi. La staticità non fa parte della mia visione».


SOCIAL FREDDI
Nella sua carriera occupa un posto di spicco anche “Registrazioni moderne” del 1997, in cui lei reinterpretava i suoi successi insieme ad artisti dell’allora scena alternativa. Quell’album potrà mai avere un seguito? «Assolutamente no, perché oggi non c’è una scena alternativa». In tutto questo, i social che ruolo hanno? «Ci sono casi, seppur rari, di giovani che hanno la fortuna di proporre cose geniali dalla loro stanza. In generale, nonostante oggi ci siano più media a nostra disposizione, è più difficile farsi ascoltare dal grande pubblico. Come artista, per me i social sono importanti quando riesco, ad esempio, a fare pubblicità ai miei concerti. A parte questo, li trovo abbastanza freddi e non penso appartengano alla mia generazione».

Ultimo aggiornamento: 12:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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