«Saremo felici o saremo tristi, che importa? Saremo l'uno accanto all'altra. E questo deve essere, questo è l'essenziale», diceva Gabriele D'Annunzio. Ma oggi è ancora "l'essenziale" essere "in due"? Guardando ai dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, sembra che questa visione debba essere quantomeno aggiornata. Gli intervistati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia autonoma di Trento, infatti, si dividono equamente tra chi ritiene fondamentale avere un rapporto di coppia (42%) e quanti lo giudicano importante, ma non indispensabile (42%). Il 14%, poi, pensa che questa non sia una condizione necessaria per avere una vita piena e il 2% ritiene sia meglio non avere alcun legame.
Rispetto al 2009, però, sembra essersi affermato un progressivo individualismo.
Gli orientamenti
Ma come si caratterizzano dal punto di vista anagrafico questi orientamenti? La quota di intervistati che ritengono la vita di coppia fondamentale tende ad essere maggioritaria tra gli anziani con oltre 65 anni (63%), si ferma intorno alla media dell'area tra quanti hanno tra i 55 e i 64 anni (39%), mentre si posiziona leggermente al di sotto di questa soglia tra le persone di età centrale o quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (37-38%). È tra i più giovani, infatti, che i valori diminuiscono in modo più marcato, sia tra quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (29%), sia, in maniera ancora più decisa, tra gli under-25 (8%). D'altra parte, in queste due componenti appaiono più popolari le visioni che inquadrano i rapporti di coppia come una condizione importante, ma non indispensabile (rispettivamente, 47e 66%), orientamento rintracciabile anche tra quanti hanno tra i 45 e i 50 anni (50%). La convinzione che questa non sia una condizione necessaria per una vita piena, invece, tende a crescere tra gli intervistati con meno di 35 anni (24%), ma appare tutt'altro che trascurabile anche tra gli adulti (55-64 anni, 19%).
Cosa è importante oggi nel rapporto di coppia? Al primo posto si afferma il dialogo (37%), seguito dalla complicità (19%) e dalla comprensione (15%). La condivisione dei problemi viene indicata dal 13% dei nordestini, mentre avere interessi comuni si attesta al 9%. Chiudono, infine, il romanticismo e il sesso, entrambi intorno al 4%.
Rispetto al 2009, sembrano cedere un po' di rilievo il dialogo (-3 punti percentuali), la comprensione (-4 punti percentuali) e la condivisione dei problemi (-6 punti percentuali), mentre appare in crescita il valore della complicità (+5 punti percentuali) o degli interessi in comune (+4 punti percentuali).