La sanità si conferma un punto particolarmente sensibile per l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia di Trento. Secondo i dati di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, la quota di intervistati che ritiene i servizi sanitari migliorati negli ultimi 2 anni si ferma all'8%, mentre il 34% li giudica sostanzialmente invariati. La maggioranza assoluta (58%), però, è insoddisfatta e li bolla come peggiorati.
Eppure, secondo il 6° rapporto della Fondazione Gimbe su dati del Ministero della Salute, tutte e tre le realtà nordestine si collocano tra le "adempienti" rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
IL FATTORE POLITICO
Osserviamo, infine, il fattore politico: in questo caso, a colpire è una certa trasversalità dell'opinione (pur con un -importante- distinguo). L'idea che negli ultimi due anni i servizi sanitari siano peggiorati mette insieme gli elettori del Partito Democratico e di Forza Italia (entrambe 57%), quelli di Fratelli d'Italia (58%) e del Movimento 5 Stelle (57%), i sostenitori dei partiti minori (58%) e quanti appaiono incerti e reticenti (63%). Un'eccezione sembrano farla quanti voterebbero per la Lega: tra loro, infatti, la componente che ritiene i servizi sanitari peggiorati si ferma al 40%, mentre tende a farsi più ampia la componente che ritiene i servizi sanitari invariati (39%) o migliorati (21%). Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina alla Missione Salute 15,63 miliardi che, uniti alle altre somme a disposizione nello stesso capitolo, porta a quasi 20 l'investimento totale da fare in questo settore entro il 2026. Gli obiettivi mirano ad avere una sanità vicina e prossima alle persone, più sicura, equa e sostenibile: a 45 anni dall'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, un'occasione da non sprecare, per non mettere in discussione il fondamento del patto sociale tra Stato, Regioni e cittadini.