Tabaccaia rapinata e picchiata davanti a casa, condanna a 12 anni per madre e figlio

Domenica 8 Ottobre 2023 di Marco Aldighieri
Un aula del tribunale di Padova

PADOVA - La violenta rapina ai danni di una tabaccaia di Albignasego è costata a madre e figlio sei anni a testa di reclusione. Il pubblico ministero Benedetto Roberti, titolare delle indagini, davanti ai giudici del Tribunale collegiale aveva chiesto una pena di sette anni per ognuno di loro.
Nei guai sono finiti Bruna Hodorovich 47enne nata a Piove di Sacco e Donovan Fulle 28enne nato a Chioggia, entrambi residenti nel campo nomadi in località Passetto di Cavarzere in provincia di Venezia.

IL COLPO
Era la sera del 9 dicembre del 2017 quando la titolare della tabaccheria, al termine della giornata lavorativa, ha chiuso la propria attività e si è diretta verso casa, in via Benussi, in zona Montà a Padova. Una volta arrivata sotto la sua abitazione, mentre attendeva l'apertura del cancello automatico che conduce al garage, è stata raggiunta da un malvivente travisato con passamontagna e con un paio di calzini infilati sulle mani per evitare di lasciare impronte digitali. Il bandito Aramis Floriani (già uscito di scena nel 2019 con una condanna in rito abbreviato) dopo aver aperto la portiera dell'auto della commerciante, ha tentato di strapparle la borsa a tracolla.
La donna ha reagito alla brutale violenza, divincolandosi e riuscendo a sfilare i due calzini dalle mani del rapinatore. Ma la sua ribellione le è costata cara: è stata colpita al volto ed al corpo con diversi pugni, e trascinata, con l'aiuto di un complice, per i capelli fuori dalla sua macchina. Dopo essere stata immobilizzata, i due sono scappati con una Golf di colore grigio guidata da un terzo complice. Nella fuga si sono portati la borsa della tabaccaia, dove era custodito l'incasso giornaliero per un totale di 4.500 euro.

LE INDAGINI
Gli inquirenti sono riusciti a dimostrare come la commerciante sia stata seguita dalla banda di nomadi dalla tabaccheria fino alla sua abitazione di Montà. Qui, nel luogo del delitto, gli investigatori hanno sequestrato i due calzini utilizzati dal rapinatore. Grazie all'attività tecnica del Ris di Parma, sono state rinvenute tracce di Dna riconducibili senza ombra di dubbio a Floriani. Ma all'appello mancavano gli altri due complici. Gli inquirenti sono risaliti prima al numero di targa della macchina utilizzata per scappare.
In un secondo momento, attraverso un controllo delle celle telefoniche della zona, hanno individuato il telefono cellulare di uno dei rapinatori. E poi hanno controllato i tabulati telefonici. Alla fine sono risaliti all'identità di mamma e figlio, Bruna Hodorovich e Donovan Fulle. Il loro avvocato, il legale Danilo Taschin del foro di Padova, aveva chiesto per entrambi i suoi assistiti l'assoluzione per non avere commesso il fatto o comunque per mancanza di prova. In subordine, la concessione delle circostanze attenuanti generiche, minimo della pena e benefici di Legge. Ma i giudici del Collegiale l'hanno pensata diversamente.
 

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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