LONGARONE - Nessuna comunicazione da Safilo, quindi oggi la maggior parte dei lavoratori rientreranno al lavoro nello stabilimento di Longarone chiuso dal 3 agosto scorso per ferie. Non tutti gli operai ci saranno: mancherà chi ha scelto di avere 3 settimane di ferie. Ma quello di oggi sarà il rientro più amaro per i dipendenti Safilo, con un'azienda ormai pronta a chiudere, il posto di lavoro per molti ancora a rischio e una crisi che sembra non risolversi.
I TEMPI
Se si riuscisse a partire immediatamente con il via libera al piano Innovatek, potrebbe ancora essere rispettato quell'avvio a settembre promesso dall'azienda friulana presieduta da Gianfranco Moretton. Il passaggio in regione, la richiesta degli ammortizzatori sociali e si potrebbe avviare l'attività con pulitura e finissaggio nello stabilimento "Longarone 2". Ma prima c'è un grande se: se i sindacati firmano il piano industriale. Ma la decisione non arriverà subito. Favorevoli all'accordo Femca Cisl e Uiltec Uil, non ha nascosto le sue grandi riserve nella parte "Innovatek" Filctem Cgil. «Abbiamo trovato quell'intesa, che non è un accordo - precisa Martinez -, è un verbale di incontro in cui ci sono dei punti che noi condividiamo, e adesso c'è tutto un iter da seguire. Si allungano un po' i tempi». Si dovrà attendere ancora quindi per un accordo quadro in regione, che arriverà comunque dopo il giudizio dei lavoratori previsto a fine mese. «I tempi stretti è quello che ci dice la Safilo, ma io non ho fretta - sottolinea Martinez -. Le cose si fanno, ma si fanno con equilibrio. Domani (oggi ndr) mi sentirò con i miei colleghi per capire se ci sono in programma degli incontri, se ci sono degli incontri in regione, o a Longarone. Domani si apre, ma io non ho fretta non ho la fretta che ha la Safilo».
IL REFERENDUM?
La certezza quindi è che oggi non ci sarà quel referendum di cui si era parlato prima delle ferie: un "voto" in cui i «Del referendum inizieremo a discutere domani (oggi) con i miei colleghi - prosegue Rosario Martinez (Uiltec) -: metteremo giù quelli che saranno i percorsi da fare e anche se è il caso di fare il referendum. Sicuramente coinvolgeremo tutti i lavoratori, ma ci sono interessi diversi, e va studiato. Perché c'è chi magari potrebbe voler uscire qualche anno prima, chi può avere interesse di mettersi in gioco in qualche lavorazione diversa, chi magari ha un certo interesse a trovare la possibilità di uscita. È tutto un ragionamento che dobbiamo fare». Insomma oggi si ricomincia il lavoro su tutti i fronti: in fabbrica e sul tavolo delle trattative per salvare i 450 posti di lavoro.