Usa, oltre l'indignazione il bisogno di capire

Domenica 13 Novembre 2016
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Caro direttore,
vorrei esprimere il mio ribrezzo per chi esalta Trump definendolo un salvatore della patria invece dell'uomo terribile e pericoloso che è. Vivo in Veneto da anni ma non mi sono mai sentita così lontana da alcuni suoi lettori come adesso. Leggendo il suo giornale online leggo anche i commenti dei lettori e vedo sempre uno strisciante odio nei confronti del diverso che mi sconcerta ma Trump non può rappresentare così tanti consensi: mi si rivolta lo stomaco. Mentre molti festeggiavano, per me il 9 novembre è stato il giorno in cui alcune delle cose che mi facevano credere l' America un grande paese si sono sgretolate e ho provato un grande dolore. Spero che il mondo si riprenda e riscopra una parola che molto spesso dimentica: uguaglianza. Siamo tutti uguali e chi come Trump vuole ancora divisione e odio razziale non può rappresentare un paese come il nostro.

Paola Giudici

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Cara lettrice,
il suo dolore e il suo ribrezzo sono sentimenti legittimi, come è legittimo festeggiare per la vittoria di Trump. I lettori di un giornale libero esprimono liberamente le loro opinioni: il rispetto delle idee altrui, anche se totalmente divergenti dalle nostre, è un principio da cui non si può e non si deve mai derogare. Credo anche che, di fronte a risultati elettorali così clamorosi e dirompenti come è stato quello americano, le passioni e i sentimenti devono lasciare, ad un certo punto, spazio alla riflessione e alla ragione. Se così tanti americani, anche in aree tradizionalmente democratiche, hanno votato Trump non può essere un caso. Gli Stati Uniti hanno eletto e rieletto con un numero straordinario di consensi un presidente di colore, come Barack Obama. Possono essere improvvisamente diventati un Paese a maggioranza razzista? Gli Stati Uniti, pur con molte contraddizioni, sono da sempre un grande laboratorio di integrazione culturale ed etnica. Possono essere diventati improvvisamente un Paese di irriducibili avversari di tutto ciò che è diverso? No, non è possibile. E allora, esaurito il tempo dell'indignazione, forse sarebbe utile interrogarsi, anche in modo autocritico, sulle ragioni del travolgente consenso di Trump e provare a capire cosa si è rotto o è cambiato nel profondo di una grande democrazia come quella americana. Più che il risultato del malessere è come sempre più importante indagare le ragioni che lo hanno prodotto.
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