Caso Sarri-Mancini, lo stadio
non è il tempio del tutto lecito

Venerdì 22 Gennaio 2016
Caro direttore,
ho frequentato per molti anni i campi di calcio di ogni ordine e grado. Ne ho sentite e viste di tutti i colori. Ma a nessuno è mai venuto in mente di parlarne poi sui giornali e in tv. Accadeva, ma tutto finiva lì, magari anche con una stretta di mano. Non voglio difendere l'allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, per ciò che ha detto, ma se Roberto Mancini non avesse fatto la sua scenata in tv non ci sarebbe stato nessuno scandalo e l'episodio sarebbe finito lì, senza altri scandali e polemiche. Temo che ancora una volta abbia vinto la voglia di protagonismo.
G.R.

Padova

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Caro lettore,
Sarri è stato volgare e razzista. Punto. Quanto a Mancini e alla sua reazione davanti alla tv, poichè ha raccontato esattamente ciò che è accaduto non vedo cosa si possa imputargli: di aver detto la verità? O di aver rotto un tacito e antico patto in base al quale dentro i campi di calcio tutto o quasi è permesso, purchè poi non se ne parli fuori? Forse la vera discussione dovrebbe partire da qui. Dovremmo chiederci per quali incomprensibili o inconfessabili ragioni siamo abituati a considerare gli stadi del pallone dei luoghi dove ciò che sarebbe impensabile e censurabile altrove, può essere detto e fatto. Si può insultare in ogni modo l'avversario, l'arbitro o anche il giocatore della propria squadra, augurargli le peggio cose, esprimere giudizi di ogni tipo su madre, sorelle e parentado tutto, imbrogliare per ottenere una punizione, minacciare o, appunto, dare del frocio all'allenatore di un'altra squadra. Ma guai a parlarne o peggio ancora a denunciare il fatto. E' così normale? A me pare proprio di no. E anche per questo condivido ciò che ha fatto Mancini.
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