«Musica e abbracci»: la sfida di Brunello

Giovedì 20 Gennaio 2022 di Chiara Pavan
Mario Brunello con l'Orchestra della Fenice (foto Garosi)

Un abbraccio in musica per ritrovare la bellezza di un gesto di condivisione universale. Mario Brunello riparte da qui, dal potere delle note, per celebrare alla Fenice, venerdì 21 gennaio alle 20, la “Giornata Mondiale dell’Abbraccio”, «mai così importante come adesso» osserva il celebre violoncellista di Castelfranco, atteso sul palco del teatro veneziano nella doppia veste di solista e direttore d’orchestra con due brani «che vogliono essere un abbraccio simbolico a tutto il pubblico»: la Sinfonia n. 40 in sol minore kv550 di Mozart e “The Protecting Veil” per violoncello e orchestra d’archi dell’inglese Tavener.

Due pezzi particolari che sembrano scandire questo tempo “sospeso” che per Brunello ha un valore particolare: «Ci invita a riflettere che siamo parte di un sistema che ha delle sue regole che pensavano di poter gestire e invece non sono ingestibili. Si può solo imparare a conviverci».

Si fa ancora fatica.

«Eppure in questo periodo ci siamo resi conto, in maniera naturale, che avere delle radici, stare fermi e dover vivere, sopravvivere o progettare con ciò che abbiamo intorno è diventato una grande risorsa. Anche guardando fuori dalla finestra si possono trovare motivi per alimentare le proprie curiosità, il proprio lavoro, la propria cultura».

Bello allora l’«abbraccio» in musica.

«Sì, è l’abbraccio virtuale che la musica riesce a creare mettendo insieme tante persone sullo stesso significato: è il tema della sinfonia Mozart con cui si apre il concerto, è meravigliosa, mette una tale gioia, lega nella spensieratezza, nella gioia e di questi tempi ci vuole».

È stato lei a scegliere Tavener?

«Quando mi hanno proposto il concerto per il Giorno dell’Abbraccio ho pensato subito al “velo” miracoloso della Madonna nel rito ortodosso, messo in musica da Tavener nel 1988. Un “velo” che viene rappresentano proprio in maniera sonora: c’è questa estensione di un suono, che diventa sempre più ampio e vasto, e abbraccia orchestra e pubblico».

Un pezzo suggestivo.

«Sì, molto, e per un violoncellista è un tour che force: per 40 minuti non si smette di suonare, ma l’idea da cui è nata questa composizione è interessante. Si cerca di rappresentare le varie festività della Madonna nel rito ortodosso facendone un racconto, una sorta di icona sonora, dove l’orchestra è lo sfondo dorato, col legno, i santi e tutto ciò che è contenuto dentro la cornice, e il violoncellista è i pennello che in qualche modo dipinge le storie. Anche con le luci si cercherà di dare un’ambientazione quasi magica che abbraccia tutti».

Direttore e solista: faticoso?

«Ormai lo faccio spesso e per noi violoncellisti o in genere per i solisti, estendere l’interazione con un gruppo di musicisti o con un’orchestra è quasi un’esigenza. Ci manca il gruppo. Quando si suona da soli si cerca di collaborare con altri musicisti».

Lei ha lavorato con grandi solisti, da Kremer a Bashmet, Argerich, Lucchesini, Pollini: come “vi” scegliete?

«Ci sono più strade: quella del mercato, con le agenzie che mettono insieme gli artisti, e c’è poi la cerchia di amici, che ci si costruisce nel tempo, e con la quale hai possibilità di scambiarti idee, progetti. E poi accade che ci si trova in situazioni in cui si chiede a qualcuno di suonare insieme, perchè ne hai voglia».

Come ai “Suoni delle Dolomiti”, la sua “creatura”.

«Il festival impone una scrematura all’origine: chi cammina e chi no, chi suona all’aperto e chi no, ci sono tante variabili. Alla fine, con tutti quelli che hanno partecipato, si è creato un rapporto che continua ancora. Dal 25.esimo anno, il festival ha avuto un successone e questo ci ha creato problemi. Troppa gente ai concerti. E troppe persone, a volte, snaturano il senso del progetto in quota. Allora abbiamo scelto di posticipare il festival, evitando gli appuntamenti il sabato e la domenica. Così chi vuole venire deve prendersi un giorno di ferie. Ci spiace per chi non ce la fa, ma così siamo sicuri che abbiamo il pubblico che davvero vuole venire al concerto». 

Ultimo aggiornamento: 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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