Addio alla grande attrice Glenda Jackson,
innamorata del cinema e della politica

Giovedì 15 Giugno 2023 di Gloria Satta
Glenda Jackson

Due Oscar (mai ritirati: «non lavoro per i premi») e innumerevoli altri riconoscimenti, una carriera prestigiosissima divisa tra cinema, teatro e tv, la recitazione sempre a braccetto con l’attivismo sociale e l’impegno politico: Glenda Jackson è morta a 87 anni nella sua casa a sud-est di Londra.

Nella sua lunga vista artistica, la leggendaria attrice inglese ha lavorato con registi importanti come Peter Brook, Oliver Reed, Ken Russel, John Schlesinger, Joseph Losey tra gli anni Sessanta e Ottanta, l’epoca ruggente del cinema d’autore britannico. E dal 1992 al 2015, ritirandosi dalle scene, è stata deputata della Camera dei Comuni con il Partito Laburista assumendo il ruolo di sottosegretario ai Trasporti sotto il governo di Tony Blair. Ma il premier arrivò a contestarlo nel 2003 per la sua decisione di invadere l’Iraq insieme agli Usa di Bush.

IN PARLAMENTO. Abbandonata la politica attiva, nel 2016 l’attrice era tornata al teatro interpretando un memorabile Re Lear all’Old Vic di Londra, poi nel 2018 fu applaudita a Broadway nella commedia di Edward Albee Tre donne alte e nel 2019, protagonista del dramma tv Elizabeth is Missing nella parte di una vedova malata di Alzheimer, vinse il premio Bafta. «Ho accettato quel ruolo», spiegò Glenda, «perché nessun partito si preoccupa di aiutare gli anziani che affrontano il declino cognitivo. La demenza senile non è una malattia dei vecchi ma del cervello ed è causata dal fatto che oggi si vive più a lungo».

PRIMEDONNE. Con Vanessa Redgrave, l’altra regina inglese della scena, e come lei divisa tra recitazione e politica (ma Vanessa è sempre stata ancora più a sinistra, vicina ai troszkisti), sul grande schermo l’attrice prese parte alla tragedia Maria Stuarda nel ruolo di Elisabetta. Tuttavia non ci sarebbe stata nessuna rivalità sul set tra le due primedonne: «Peccato aver girato pochissime scene insieme, l’ho sempre ammirata», dichiarava Glenda. Nata il 9 maggio 1936 in una famiglia operaia a Birkenhead, poco lontano da Liverpool, Jackson aveva fatto i lavori più disparati, anche la commessa nelle farmacie della catena Boots, prima di mettersi a studiare recitazione. Giovanissima, entrò a far parte della Royal Shakespeare Company, iniziò presto a giocare in serie A. Con Brooks interpretò Carlotta Corday nel famoso Marat/Sade di Peter Weiss, il dramma sull’Olocausto L’istruttoria, Antonio e Cleopatra.

GLI OSCAR. Il primo Oscar come migliore attrice arriva nel 1969 per il controverso film di Ken Russell Donne in amore in cui Glenda interpreta, quasi sempre nuda, una scultrice anticonformista alle prese con le ambiguità dell’amore. La sconda statuetta, nel 1973, la premia invece per la commedia di Melvin Frank Un tocco di classe in cui l’attrice fa una disinibita divorziata inglese che vive una fugace storia di sesso con un americano sposato. Di alto profilo sono stati anche i suoi partner, da Oliver Reed a Michael Caine, George Segal, Walter Matthau. 

IN ITALIA.Talento, mancanza di inibizioni, ironia. Nella corposa filmografia di Glenda (che all’epoca della Brexit si schierò per il ”remain”) spiccano anche film intramontabili come L’altra faccia dell’amore ancora di Russel, Domenica maledetta domenica di Schlesinger in cui scopre che il marito ama un uomo (e c’è il primo bacio gay dello schermo), Una romantica donna inglese di Losey, il biopic Sarah Bernhardt - La più grande attrice di tutti i tempi, Terapia di gruppo di Robert Altman, Due sotto il divano girato in America. Nel 1974 l’attrice lavorò in Italia nel film Il sorriso del grande tentatore di Damiano Damiani che le affidò il ruolo di una bizzarra suora confessora. Negli ultimi anni si era ritirata dalla vita pubblica. «Sono una socialista antisociale», diceva. Amava restarsene nella sua casa con giardino ricevendo le visite del figlio Dan Hodges, giornalista, e del nipote abitanti al piano di sopra. A chi le chiedeva quale personaggio non avrebbe mai interpretato, rispondeva senza esitare: «Margareth Thatcher. Nel lavoro ho sempre avuto una regola: vedere il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi. E a guardarlo con gli occhi dell’ex leader del Partito Conservatore non ce l’avrei proprio fatta».

Ultimo aggiornamento: 21:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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