Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

NELL'OUTLET DI NOVENTA
LE BORSE DELL' AMORE

Lunedì 17 Maggio 2021 di Luciana Boccardi

 

Non c’è bisogno di risalire alla famosa borsa di Giuda  ( si racconta sdrucita ma di materiale buono) contenente i  trenta  denari  che avrebbero determinato il valore della vita del Cristo.  E neanche  serve andare a sfogliare pagine d’arte che ci riportano sculture e immagini del tempo più lontano, personaggi dell’antica Roma raffiguurati   spesso con una sacca pendente da  fettucce legate in vita dentro la quale probabilmente  c’erano gli oggetti, le cose che la vita esigeva  fossero a portata di mamo. Più avanti quelle sacche non figurano più ma lasciano  intendere che , sotto le pieghe abbondanti delle toghe,  saccocce capienti  contengano il necessaire per  la giornata di un uomo . Le donne evidentemente non avevano bisogno di avere con sé,  fuori casa,  oggetti   indispensabili . Un po’ dismessa, quasi  dimenticata nel Seicento,  nel  Settecento la saccoccia nascosta tra le pieghe delle grandi gonne diventa una borsa, quasi sempre quadrata, appesa in vita. Erano sempre delle fettucce (a volte colorate o intervallate a punti che si traducevano in un motivo decorativo, i manici di questi elementi di supporto  per il vestìario    del tempo. Il termine “tagliaborse”   infatti deriva proprio dal fatto che i malandrini (che esistevano anche allora) per portare via soldi e quant’altro a malcapitati tagliavano le fettucce  e  rubavano la borsa. Sarà la Rivoluzione francese a dare spazi  alla borsa come elemento staccato dal vestito, sia per gli uomini che avevano che perle donne che avevano detto addio a guardinfante e crinoline per adottare abiti leggeri, lievi , quasi trasparenti  sopra sottogonne che si lasciavano scorgere come complemento del vestito. Ecco allora nascere l’arte della borsa come la conosciamo oggi, un oggetto quasi d’arte, elaborato in modo particolare, da tenere separato dall’abito, da utilizzare per portare con sé l’occorrente per una signora.  

Negli anni Trenta, quando fa la sua comparsa la pochette, dotata di una maniglia solo in un fianco del rettangolo piatto, uno   studioso della storia del costume, Marc Alain Deschamps, nel  suo saggio ,                 “ Psicologia della moda” ,   scriveva  a proposito  della funzione della borsetta per l’abbigliamento femminile:  “la borsa una volta conteneva  accessori  e prodotti  di bellezza,  biglietti da visita, un portamonete, un fazzoletto, delle caramelle. Poi sono apparsi i documenti di identità, il portafoglio, la stilografica, il temperino, gli occhiali,  le sigarette, l’accendino.  Infine,  si sono aggiunti   il libretto degli assegni, i documenti, le chiavi dell’auto, l’agenda, gli assorbenti, i calmanti e i prodotti farmaceutici. La borsa contiene in media 15 oggetti per le  nubili e 18 per le sposate...”

Figuriamoci  se dovesse rivedere quel conteggio  per una borsa del 2021!

Una passeggiata come questa nella storia della borsa mi viene suggerita oggi da una iniziativa che   recentemente è riuscita a mettere insieme l’amore per la bellezza, l’utilità  , l’arte e il bene comune. Unna capsule di borse eccezionali, uniche nella loro diversità, è stata realizzata dalla stilista Carla Plessi, veneziana  che alla moda e alla bellezza ha dedicato il suo impegno più grande. Affidando il gioco di fantasia anche ad allieve insolite, le ospiti di  “Casa e Famiglia  San Pio X”  della Giudecca, a Venezia, alle quali la stilista ha consentito di esternare immagini, progetto estetico, realizzazione in piena libertà, l’iniziativa ha assunto valore non solo estetico  per  l’interesse che il team di  Mac Arthur Glen, ha subito dimostrato  inglobando la capsule nel panorama eclettico dell’outlet di Noventa di Piave.

“Valorizzare  iniziative del  territorio che coniughino la moda  con  programmi di sostenibilità e inclusività  - ha detto Daniela Bricola, General  Manager di Noventa Outlet -  è un obiettivo di grande rilevanza nelle scelte del Gruppo McArthur Glen”.

Quadrate, rotonde, rettangolari, a triangolo, pochette, secchiello:  “Charlie”,  “ Sole”,  “Minisole” , “Eugenia”...  la vetrina,  che nell’outlet di Noventa sarà aperta fino a esaurimento delle borse,  resta un momento di grande impatto per la moda, e per i legami  e le azioni sostenibili  che con la moda si possono creare.  Tra le imprese che hanno aderito , oltre alla veneziana Rubelli, per i tessuti  Peserico eLardini.  Il cuoio vegetale della conceria friulana  Piietro Pressot  (tagliato e  lavorto nel suolificio Prestige) .  Pelli di  Vueffe Studio . Per i  pizzi , le Rappresentanze Degan e Sissi Balbinot Blasi.  Frammenti di broccato prezioso sono stati concessi dal   b&b di Charme “ Maria Adele”  di Venezia.

Ultimo aggiornamento: 19:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA