ABANO (PADOVA) - Il caso dell'esplosione all'interno dell'osteria "Cacio e Pepe" di via Previtali ad Abano è stato archiviato. Il Gip ha sposato in pieno la richiesta da parte del pubblico ministero Andrea Zito, titolare delle indagini. La deflagrazione si è registrata intorno alle 9 del 19 aprile dell'anno scorso. All'osteria, qualche istante prima dell'esplosione, si era recata Nicoletta Carmen Dima un'amica dei proprietari Alessandro e Roberto Peia. La sera prima aveva cenato nella trattoria e si era dimenticata il portafogli così, dopo avere chiesto le chiavi ai titolari, è tornata per riprenderselo. Ma una volta entrata da una porta sul retro ha sentito un sibilo e un forte odore di gas. Subito ha chiamato Alessandro al telefono cellulare e lui le ha detto di uscire. Poco dopo il botto. La donna è stata investita dall'onda d'urto, ma non ha riportato ferite. È stata anche visitata dai paramedici del Suem 118. In via Previtali sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia locale.
I militari e i pompieri, alcuni giorni dopo l'esplosione, hanno appurato cosa ha provocato il tremendo botto dall'effetto di una bomba. La valvola di una bombola di Gpl custodita nel magazzino dell'osteria era rimasta aperta. In un paio d'ore il gas ha saturato i locali ed è bastato il motore caldo del frigorifero ad innescare la deflagrazione. In una immagine ripresa da una telecamera esterna della videosorveglianza, si vede l'amica dei proprietari uscire dal ristorante un secondo prima della terribile esplosione. È salva per miracolo. Ma perchè gli inquirenti hanno pensato a un'azione dolosa? Una ritorsione nei confronti dei titolari? Perchè è stato sequestrato un biglietto, trovato nel locale, con scritte una serie di minacce.