Maltempo in Veneto, Zaia: «Argini rotti in dieci punti, i bacini hanno funzionato ma dobbiamo ripensare i modelli. Chi ha avuto danni faccia le foto»

Venerdì 17 Maggio 2024
Maltempo in Veneto, Zaia: «Argini rotti in dieci punti, i bacini hanno funzionato ma dobbiamo ripensare i modelli. Chi ha avuto danni faccia le foto»

PADOVA -  «Abbiamo assistito tra ieri e questa notte ad un fenomeno unico, che si verifica una volta ogni 300 anni. In sostanza abbiamo dovuto affrontare una quantità di precipitazioni pari a circa 230-240 millimetri per metro quadro in poche ore.

Le rotture degli argini sono una decina ma non abbiamo ad oggi notizia di feriti o di vittime. Solo per dare un’idea ieri sera alla Protezione Civile sono arrivate 2.400 chiamate».

I punti critici

Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante la conferenza stampa nella sede della Protezione Civile di Mestre. «Questi fenomeni sono eccezionali - ha aggiunto il presidente della Regione Veneto - ma se dovessero aggraversi ulteriormente, come stiamo verificando in questi anni, allora ci troveremmo a dovere ripensare nuovamente i modelli di gestione e implementando ulteriormente le infrastrutture attualmente esistenti. Di fatto i bacini di laminazione hanno funzionato. Se non avessimo messo in sicurezza il territorio dopo l'alluvione del 2010 saremmo qui a parlare di catastrofe. Ad ogni modo registriamo una decine di rotture arginali, la più grave forse quella sul Muson nei pressi di Camposampiero (a Nord di Padova) con allagamenti fino a Massanzago, a chilometri di distanza. Già a partire da questa notte la Protezione Civile sta lavorando per ripristinare le sponde e siamo fiduciosi di chiudere la falla già nelle prossime ore. In Veneto abbiamo circa 10 mila km di argini che contengono, per altro, fiumi pensili dove l'acqua corre sul livello della campagna o sopra. Abbiamo fatto molti lavori per rinforzare le sponde, per realizzare bacini di laminazione ecc e non abbiamo registrato né vittime né feriti ma 10 rotture arginali un pericolo da non sottovalutare. A Venezia il Mose non si è attivato perché non c'erano le condizioni in mare ma la battente pioggia ha alzato di molto i livelli delle acque in città. I danni sono ingenti e chiediamo ai cittadini di documentarli con foto e video. Ci auguriamo che il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e i suoi funzionari vengano in Veneto ad accertarsi della situazione quanto prima. Noi lavoreremo per garantire il supporto dello Stato ai cittadini e alle imprese colpite da questo ennesimo fenomeno climatico estremo».

Il funzionamento degli invasi

Il Presidente ha precisato funzionamento e invaso dei bacini attivati: Montebello (riempito al 50% dell’invaso, comandato), Colombaretta (100%, innesco naturale a sfioro), Caldogno (50%, comandato), Orolo (100%, innesco naturale a sfioro), Trissino (40%, innesco naturale), Viale Diaz (40% invaso, innesco naturale), Muson dei Sassi (80%). «Siamo di fronte ad un fenomeno eccezionale – ha sottolineato l’Assessore regionale alla Protezione Civile -. Ad esempio, ieri sera ad Asolo si sono registrati 42 mm di pioggia in mezz’ora e a Castelfranco in meno di un’ora e mezza 80 mm. In questo momento stanno passando i colmi di piena nei tratti medi e finali dei corsi d’acqua, ci sono dei problemi anche nelle zone del Sile, ma possiamo dire che il peggio è passato». L’assessore ha ricordato, in particolare, i 1.501 volontari di Protezione Civile e i 250 Vigili del fuoco che si sono attivati con estrema tempestività per far fronte all’emergenza nell’intero territorio regionale.

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Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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