I brutti scherzi che possono giocare la paura delle idee e l'attitudine a demonizzare gli avversari

Martedì 7 Maggio 2024
I brutti scherzi che possono giocare la paura delle idee e l'attitudine a demonizzare gli avversari

Egregio Direttore,
mi aiuti a capire. Il pensiero mi porta a comprendere molto difficilmente, la promozione pubblicitaria, tra l'altro gratuita, della campagna elettorale del generale Vannacci. In un periodo in cui sono chiaramente in atto forze populiste, anche bipartisan, che minano la nostra democrazia ed i diritti civili acquisiti, valenti e noti giornalisti, telegiornali, trasmissioni televisive, riprese delle conferenze del generale e del suo degno mentore tutti offrono visibilità al generale. Mi sembrerebbe così lapalissiano che la miglior tattica per demolire è ignorare. Cose ne pensa?


Anna Gianfranceschi


Cara lettrice,
temo che sia un po' tardi.

Piaccia o meno, Vannacci è diventato ormai un riferimento ed un "simbolo" per molti cittadini che a destra si riconoscono nelle sue idee "controcorrente". Ma è anche vero che il successo di Vannacci è in larga parte il risultato dell'incessante campagna mediatica che i suoi detrattori hanno scatenato contro di lui dopo l'uscita on line del suo libro "Il mondo al contrario". Le opinioni di Vannacci, condivisibili o meno, hanno senza dubbio intercettato il sentire di una parte di opinione pubblica, ma senza il "contributo" dei suoi avversari e la demonizzazione da loro messa in atto, oggi il generale, pur potendo vantare un curriculum militare di tutto rispetto, sarebbe probabilmente un signore sconosciuto ai più, il suo testo sarebbe passato in larga parte inosservato e forse non sarebbe neppure un candidato alle elezioni. Del resto un fenomeno per molti aspetti simile ma a parti invertite, si è verificato nelle scorse settimane ed ha avuto come protagonista un personaggio molto lontano da Vannacci, lo scrittore Antonio Scurati. Autore di volumi di successo sul fascismo e Mussolini, Scurati è assurto a personaggio "simbolo" per una buona fetta dell'opinione pubblica di sinistra. Il suo nome è rimasto per giorni sulle prime pagine di alcuni giornali ed è stato anche chiamato a tenere un discorso dal palco di piazza Duomo a Milano il 25 aprile. Ciò però è avvenuto non per i meriti letterari di Scurati, ma "grazie" a un suo intervento sul fascismo della durata di un minuto, previsto in un programma di Rai3, che poi però non è mai stato trasmesso, suscitando polemiche e accuse di censura. In realtà se il commento di Scurati, certamente discutibile in alcuni suoi passaggi, fosse andato in onda, con ogni probabilità, non sarebbe nato nessun caso: qualcuno ascoltandolo l'avrebbe condiviso, altri lo avrebbero criticato, molti forse lo avrebbero ignorato e tutto sarebbe finito lì. Purtroppo una diffusa paura delle idee - soprattutto di quelle diverse dalle nostre-, l'arroganza di ritenersi i depositari della verità e del bene e un incerto concetto della libertà di espressione, giocano spesso brutti scherzi. Fino ad ottenere il risultato esattamente opposto a quello desiderato.

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