Papa Francesco punta a incontrare il Patriarca di Mosca, Kirill.
La missione di Zuppi a Pechino incassa l'impegno della Cina per il grano ucraino e per la pace
Alla fine di giugno Kirill aveva ricevuto nella sede del Patriarcato il cardinale Matteo Zuppi durante la sua missione di pace: in quei giorni l'arcivescovo di Bologna si trovava a Mosca per parlare anche con funzionari del Cremlino della questione del grano e dei bambini ucraini deportati dai soldati russi. Zuppi proveniva da un colloquio precedente a Kiev con il presidente Zelensky. Dopo la tappa di Mosca è volato negli Stati Uniti per parlare con il presidente Biden e successivamente ha avuto un colloquio a Pechino con un funzionario del Ministero degli Esteri.
Il Metropolita Antonio di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, all'epoca riferì che erano state affrontate varie questioni, comprese quelle delle relazioni tra le due Chiese, quella di Roma e quella di Mosca. Antonio aveva sottolineato che le comunicazioni tra il Papa e Kirill «nell'attuale difficile situazione del mondo avrebbero potuto essere importanti e utili» ma un incontro avrebbe dovuto essere preceduto da seri preparativi, «come avvenne all'Avana», e di conseguenza, disse, «dovrebbe esserci un documento importante ed efficace, una dichiarazione congiunta».
La missione di Zuppi a Pechino incassa l'impegno della Cina per il grano ucraino e per la pace
Il 12 febbraio 2016 nell'edificio dell'aeroporto internazionale dell'Avana fu firmato congiuntamente un accordo in cui, ai punti 25 e 26, si parlava delle tensioni tra “greco-cattolici e ortodossi e del ruolo della Chiesa greco cattolica (chiamati in modo dispregiativo uniati). «E' chiaro che il metodo dell’uniatismo del passato, inteso come unione di una comunità all’altra, staccandola dalla sua Chiesa, non è un modo che permette di ristabilire l’unità. Tuttavia, le comunità ecclesiali apparse in queste circostanze storiche hanno il diritto di esistere e di intraprendere tutto ciò che è necessario per soddisfare le esigenze spirituali dei loro fedeli, cercando nello stesso tempo di vivere in pace con i loro vicini. Ortodossi e greco-cattolici hanno bisogno di riconciliarsi e di trovare forme di convivenza reciprocamente accettabili». Infine si condannava lo scontro già in atto in Ucraina, nelle zone russofone e si chiedeva alle Chiese presenti in ucraina «di astenersi dal partecipare allo scontro e a non sostenere un ulteriore sviluppo del conflitto».