Attesa di 18 mesi e trasferta al sud per cambiare sesso e diventare Laura: «Aprite il centro di Padova»

Mercoledì 27 Marzo 2024, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 20:38


TEMPI LUNGHI


«E' considerata la lista migliore per l'Italia, visto che a Pisa, ad esempio, le tempistiche sono state rallentate dal Covid e oggi stanno operando persone in lista dal 2019». Questo è il principale motivo per cui il 60% delle persone che affrontano la transizione dal genere maschile al femminile cerca di farsi operare all'estero. «Ma è un rischio soprattutto per il post-degenza e i controlli. Se poi qualcosa non va per il verso giusto diventa un grande problema e ci si deve rivolgere a strutture italiane rimettendosi in coda per mesi, forse anni».
L'altra opzione è il centro privato. Esistono strutture di questo tipo in quattro o cinque città italiane. Andare a pagamento accelera notevolmente i tempi, ma bisogna avere 20 mila euro da destinare all'operazione. «Non sono in grado di mettere una cifra del genere a disposizione dell'operazione, ma anche se lo fossi ritengo giusto che il servizio pubblico mi garantisca quello che a tutti gli effetti è un mio diritto».
Laura quindi ha accettato di sostenere l'operazione a Foggia, con i problemi logistici che ne derivano. «C'è la distanza che peserà poi nei controlli post-operatori, non avrò la possibilità di farmi accompagnare, e dovrò regolarmi con le malattie e i permessi lavorativi perchè per scendere serve quasi una giornata». A Padova è in progetto l'apertura di un centro per la disforia di genere. «Attualmente però non è attivo, e credo sia importante accelerarne l'apertura, perchè in Veneto una regione all'avanguardia sotto il profilo sanitari, non c'è un centro di riassegnazione per noi. È una questione sanitaria importante: ne va della nostra capacità di integrarci sia sotto il profilo sociale sia affettivo».

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