Alessia Pifferi, la vita in carcere: aggressioni delle detenute e urla di notte. «Mostro e assassina. Devi morire»

Lunedì 13 Maggio 2024, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 14:20
Alessia Pifferi, la vita in carcere. Aggressioni delle detenute e urla di notte: «Mostro e assassina. Devi morire»
1 Minuto di Lettura

Alessia Pifferi resterà in cella nel carcere milanese di San Vittore, dopo la sentenza di ergastolo in primo grado e in attesa del terzo grado di giudizio. La 38enne, che nel luglio 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia Diana di meno di un anno e mezzo, è «capace di intendere e di volere». Pifferi, almeno per il momento, dunque non sarà trasferita nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, la struttura senza sbarre o celle dove il reparto femminile, chiamato 'Arcobaleno', è suddiviso in diverse sezioni e in cui altre donne che hanno ucciso i propri figli stanno affrontando un percorso di recupero e cura.

Alessia Pifferi, la sorella Viviana: «Non ha attenuanti, l'ergastolo sentenza giusta»

© RIPRODUZIONE RISERVATA