IL PROCESSO
PORDENONE Si presentò come una dipendente della Regione Fvg delegata alla sicurezza, per la precisione un'addetta alla prevenzione dei furti. Una pordenonese di 73 anni, residente a Vallenoncello, la fece entrare in casa e l'ascoltò attentamente. «Signora - le disse la sconosciuta - dovrebbe farmi vedere dove nasconde soldi e oro...». Era la mattina dell'8 luglio 2015 e la finta dipendente regionale si allontanò da Pordenone con un bottino di preziosi e 700 euro in contanti. La vittima chiamò tempestivamente i carabinieri, che fermarono una Nissan Micra azzurra con a bordo Caterina Cassol, 55 anni, e la figlia Isenia Cassol, 29, entrambe residenti a Vedelago e finite a processo per concorso furto in abitazione. La madre ieri è stata condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione dal giudice onorario Andrea Scorsolini; la figlia, sospettata di aver fatto da palo durante il furto, è stata assolta, troppi dubbi sulla sua identificazione attraverso la vittima. Erano entrambe difese dall'avvocato Giuseppe Antoniazzi.
La refurtiva non è mai stata recuperata. All'anziana furono sottratti una fede nuziale in oro, l'anello di fidanzamento in oro bianco con brillantino; un anello di fidanzamento da uomo in oro bianco con brillantino, un altro anello con un'acquamarina circondata da diamanti, una collana in oro con un crocifisso e una con la medaglia della madonna, un bracciano in oro con due granchi svizzeri come ciondoli, infine un paio di orecchini e un anello in oro bianco abbelliti da una pietro di colore blu. Era l'oro di famiglia, i ricordi dei momenti più belli della vita dell'anziana di Vallenoncello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Si presentò come una dipendente della Regione Fvg delegata alla sicurezza, per la precisione un'addetta alla prevenzione dei furti. Una pordenonese di 73 anni, residente a Vallenoncello, la fece entrare in casa e l'ascoltò attentamente. «Signora - le disse la sconosciuta - dovrebbe farmi vedere dove nasconde soldi e oro...». Era la mattina dell'8 luglio 2015 e la finta dipendente regionale si allontanò da Pordenone con un bottino di preziosi e 700 euro in contanti. La vittima chiamò tempestivamente i carabinieri, che fermarono una Nissan Micra azzurra con a bordo Caterina Cassol, 55 anni, e la figlia Isenia Cassol, 29, entrambe residenti a Vedelago e finite a processo per concorso furto in abitazione. La madre ieri è stata condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione dal giudice onorario Andrea Scorsolini; la figlia, sospettata di aver fatto da palo durante il furto, è stata assolta, troppi dubbi sulla sua identificazione attraverso la vittima. Erano entrambe difese dall'avvocato Giuseppe Antoniazzi.
La refurtiva non è mai stata recuperata. All'anziana furono sottratti una fede nuziale in oro, l'anello di fidanzamento in oro bianco con brillantino; un anello di fidanzamento da uomo in oro bianco con brillantino, un altro anello con un'acquamarina circondata da diamanti, una collana in oro con un crocifisso e una con la medaglia della madonna, un bracciano in oro con due granchi svizzeri come ciondoli, infine un paio di orecchini e un anello in oro bianco abbelliti da una pietro di colore blu. Era l'oro di famiglia, i ricordi dei momenti più belli della vita dell'anziana di Vallenoncello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA