«Se l'Europa ci toglie i fitofarmaci il radicchio sparirà»

Michele Bellan, imprenditore agricolo specializzato nella produzione del radicchio rosso di Chioggia Igp

Lunedì 4 Marzo 2024 di Roberto Perini
Michele Bellan e il radicchio di Chioggia

CHIOGGIAMichele Bellan, imprenditore agricolo specializzato nella produzione del radicchio rosso di Chioggia Igp condivide tutti i temi della protesta in atto a Bruxelles. "Anche il prodotto di punta del Clodiense sarebbe destinato al peggio qualora l'Unione europea non dovesse tornare sui propri passi in materia di fitofarmaci".

Premesso che vengono utilizzati con estrema parsimonia, nel rispetto di tutte le prescrizioni e che pertanto il prodotto arriva ai consumatori esente da tracce, Bellan ricorda che il radicchio è notoriamente esposto all'attacco di funghi in grado di azzerare le colture. "Il divieto d'impiego di certe collaudatissime sostanze sicuramente innocue se utilizzate correttamente dice segnerebbe il tracollo del nostro settore che ormai da troppi anni rende profitti minimi. Il guadagno è talmente risicato che, stando a dati pubblicati da Confagricoltura, per produrre un chilo di radicchio l'agricoltore deve spendere tra i 55 ed i 60 centesimi al chilo, a fronte di una vendita all'ingrosso ad un prezzo medio annuo appena ripagante. Nel 2022 venne addirittura svenduto all'ingrosso per appena 15 centesimi.

Accadde a causa della siccità protrattasi per lunghissimi mesi, del caldo anomalo tra ottobre e novembre e dei costi dei prodotti schizzati verso l'alto, oltre ogni previsione. Va inoltre rammentato che il radicchio di Chioggia, essendo facilmente deperibile, risulta spesso oggetto di speculazioni al ribasso. Su tutto questo pende pure la spada di Damocle dell'acqua di mare. La mancata realizzazione delle dighe a porte mobili sul Brenta e sull'Adige contro la risalita del cuneo salino ci espone ad un rischio altissimo. Qualora non piova a sufficienza, la portata ed il livello del fiume si abbassano permettendo all'acqua salata di risalire per chilometri. S'infiltra nei terreni e brucia tutte le colture". Il sito internet ufficiale di Confgricoltura riporta che due anni or sono i tecnici regionali avevano già potuto constatare i danni da salinità". Molti agricoltori - attestava nel 2022 Nazzareno Augusti, segretario di Confagricoltura Venezia per la zona di Chioggia - si sono ritrovati con l'acqua marina risalita fino a 10 chilometri dalla foce. "Va da sé che, date le premesse, il divieto d'impiego controllato dei fitofarmaci omologati ci darebbe il colpo di grazia. Un'altra insidia è costituita dagli investimenti delle multinazionali impegnatesi nella selezione di semi in vista della produzione di prodotti similari in altri Paesi, ove la manodopera costa assai di meno". L'imprenditore agricolo, solidale in tutto e per tutto con i colleghi che stanno dimostrando a Bruxelles, conclude ammettendo amaramente che purtroppo nemmeno la certificazione Igp ottenuta nel 2008 da sola non basta per proteggere il valore commerciale del prodotto.
 

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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