La nuova Mala puntava a una rapina a Gardaland, fu il Covid a fermare tutto

Dalle intercettazioni fra Boatto e Trabujo emerge che sarebbe stato chiamato per l'operazione "Mario" Pandolfo

Sabato 11 Maggio 2024 di Michele Fullin
Gardaland (foto di archivio)

VENEZIA - Oltre ad aver fermato l'economia, il Covid ha fermato sul nascere una mega-rapina ai danni di Gardaland, un'operazione speciale che la nuova Mala stava progettando prima del 2020. Roba forte, da tanti milioni che avrebbe fatto rinverdire le gesta criminali dei superstiti dell'ex banda dei Mestrini.
Questo aspetto era rimasto ignoto fino a quando il pubblico ministero antimafia Giovanni Zorzi ha depositato una memoria di quasi 600 pagine a corredo delle richieste di pena per 497 anni di carcere per i 53 imputati coinvolti nel processo ai malavitosi che avevano preso il controllo del Tronchetto o avrebbero voluto prenderlo per intero con metodi non proprio ortodossi e per alcuni dei quali è stata contestata l'associazione mafiosa.

INTERCETTAZIONI
In alcuni passaggi derivanti dalle intercettazioni telefoniche a carico di Gilberto Boatto (ritenuto uno dei capi dell'associazione, per lui sono stati chiesti 27 anni) e Loris Trabujo (per il quale, avendo scelto il rito abbreviato e non vedendosi riconosciuta l'associazione mafiosa è stato condannato a 12 anni) , gli investigatori hanno colto l'intenzione di realizzare una grossa rapina ai danni del parco dei divertimenti. Per organizzarla si sarebbe dovuto coinvolgere Antonio Pandolfo, anche lui uno dei veterani dell'ex banda Maniero.

E questo coinvolgimento gli è costato l'imputazione di associazione mafiosa e la richiesta di condanna a 21 anni e 8 mesi. Durante tutto il processo, infatti, la posizione di Pandolfo appariva abbastanza defilata e veniva descritto come molto prudente e attento a non farsi coinvolgere.

Nell'intercettazione tra i due, sembra che esistesse anche una sorta di talpa all'interno del parco, che in qualche modo era in contatto con l'organizzazione. Si parlava di incassi milionari e che il presunto basista (mai identificato) avrebbe detto a tempo debito dove andare a cercare i soldi: decine di milioni, almeno.
Però, era il 2020, si sarebbe dovuto attendere la riapertura in modo che si rifacesse il pieno di incassi. Sempre dalle intercettazioni si capisce anche che sarebbe stata un'operazione speciale, per gente pronta ad ogni evenienza, poiché ci sarebbero state certamente molte guardie lungo il cammino. E per quello sarebbe stato necessario l'intervento di uno "sveglio", oltre alla disponibilità di "stufe e altre robe", probabilmente armi.
Boatto fa anche capire a Trabujo che chiama lui "Mario" (il soprannome di Pandolfo, ndr) per fare un lavoro, quello viene di sicuro.
Il Covid prima e l'inchiesta poi fecero naufragare il tentativo di colpaccio.

I COMMENTI
«I 27 anni chiesti per Boatto - commenta l'avvocato Giorgio Pietramala - non sono proporzionati alle contestazioni. La sussistenza dell'associazione di stampo mafioso è stata smentita già da due giudici».
 

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