TRIESTE - «Le istituzioni devono con urgenza correre ai ripari, in primis allertando i propri reparti investigativi, incrementandone la composizione numerica, in secondo luogo, e per quanto tecnicamente possibile, vigilando sugli istituti bancari e sulla logica del profitto che li caratterizza. Perciò più fidi, agevolati al massimo, sulla base di una più duttile politica del credito». Questo il parere del procuratore distrettuale antimafia a Trieste Carlo Mastelloni, per tutelare il Paese dalle organizzazioni criminali.
Una riflessione che è anche una sorta di saluto di Mastelloni, che lascia la magistratura destinato alla Commissione antimafia come consulente dopo sei anni a Trieste. Sulla probabilità di nuove iniziative criminali, Mastelloni ha spiegato che «Ci troveremo in una fase simile a quella post bellica, dove la disoccupazione sarà paurosamente aumentata, dove mancherà denaro liquido». Alla domanda se le mafie abbiano previsto tutto questo, risponde che «certo, da subito e anche in dettaglio, dotate come sono di fini analisti finanziari, di consulenti esperti, di infiltrati nei settori chiave e di referenti all'estero per l'approvvigionamento di ogni tipo di materiale da far pervenire in maniera clandestina».
Secondo il magistrato «sia i poveri che gli imprenditori, piccoli e grandi, oggi in crisi, avranno bisogno di denaro: per loro la criminalità organizzata è e sarà come l'acqua nel deserto cui abbeverarsi, una enorme banca clandestina».
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