Processo alla vecia a Treviso. Le accuse su Park Vittoria, traffico, baby gang e inquinamento ma pure sui canali Rai. E la povera Duchessa Marietta finisce sul rogo

Venerdì 15 Marzo 2024 di Paolo Calia
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TREVISO - Il traffico, i semafori pedonali lungo il Put - «uno meglio dell’altro» - il park Vittoria, le buche lungo le strade, i palazzi vuoti del centro, la sanità e le liste d’attesa. Come ogni anno il capo d’imputazione per “a vecia” è chilometrico. E come, sempre, il goliardico processo nella meravigliosa cornice di Ponte Dante, si conclude con l’inevitabile verdetto: colpevole e condanna al rogo. Per la 56esima volta. Ieri sera, 14 marzo, lo spettacolo del rogo sospeso sul Sile si è ripetuto per l’allegria delle migliaia di trevigiani presenti lungo le sponde del Sile.

 
SENTENZA

Il processo alla “Vecia”, fiore all’occhiello del Gruppo Folkloristico Trevigiano, si è confermato il momento catartico in cui il “popolo” presenta il conto alle istituzioni evidenziando pecche, problemi, critiche anche urticanti ma sempre condite con abbondanti dosi di ironia. E la povera Duchessa Marietta Marinaio “Primatista de promesse poco mantegnue”, non ha avuto scampo. Il suo processo è idealmente quello alle istituzioni rappresentate dal sindaco Mario Conte, di ritorno da Roma e ancora fresco della delusione per l’esito finale della gara a Capitale della Cultura 2026. Si è prestato bene al gioco: «Questa è l’unica occasione in cui sono contento de “ciapar parole” - ha sorriso - è la vox populi. È un momento importante». E non ci sono stati sconti. Su park Vittoria non sono mancate ironie e frecciate, arrivate tra il rumoreggiare e le risate della folla. E cosa si potrà trovare scavando nel sottosuolo? «L’elmo con i corni, segno che i “bechi” ci sono sempre stati». Accusa e difesa hanno duellato - «la piazza diventerà un’area verde col centro benessere» - ma l’esito è sempre stato scontato nonostante l’appassionante difesa dell’avvocato Ildebrando Ugone Imega: la vecia, in pratica, non ha avuto alcuna possibilità anche se il difensore l’ha definita «senza macia», accusata anche di non aver concesso la piazza al gruppo Folkloristico. Tra balli e canti, il processo è filato via tra l’ilarità generale. Le accuse - dalle bollette di Contarina fuori controllo, all’inquinamento, alla luce che manca in strada Ovest fino ai canali Rai che in varie parti della città non si vedono, le baby gang - si sono fatte via via più intense.

Impossibile rispondere e difendersi. E alla fine, inevitabile, il rogo benefico a illuminare l’ansa del Sile e i volti felici dei trevigiani. (Video di Mattia Mocci, Nuove Tecniche)

Ultimo aggiornamento: 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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