A febbraio finora solo qualche goccia di pioggia: in Polesine una siccità peggiore di quella del 2022

Martedì 21 Febbraio 2023
A un mese dalla fine dell’inverno, il Po ha una portata ridotta come non mai di questa stagione

ROVIGO - Ad un mese dalla fine dell’inverno, il Po ha una portata ridotta come non mai di questa stagione ed è già ad un passo dal livello di magra, quello che normalmente si raggiungerebbe in estate, con il cuneo salino che già si affaccia con enorme anticipo.

«L’inizio del mese di febbraio – notava qualche giorno fa l’Autorità Distrettuale del Fiume Po - è stato caratterizzato da una nuova riduzione dei valori di portata, per i prossimi giorni, nelle sezioni principali del fiume Po, si prevede un costante esaurimento dei valori di volumi transitati che saranno prossimi o anche inferiori a quelli di “caratteristica di magra” per le sezioni di Piacenza e Cremona. Nel Delta del Po preoccupa anche l’intrusione salina che potrebbe incrementarsi in caso di diminuzione della portata del fiume». Premesse che sembrano preludere ad un’altra stagione di grandi difficoltà. Nelle prime due settimane di febbraio solo qualche goccia di pioggia o neve in tutto il Veneto. In Polesine, meno di mezzo millimetro, e non pioggia, totalmente assente, quanto di condensazione al suolo di brina o rugiada.

Un anno fa nella prima metà di febbraio fra Adige e Po erano caduti 5 millimetri.

E mentre Legambiente lancia un appello al Governo Meloni, «indicando le priorità da mettere in campo a partire dalla definizione di una strategia nazionale idrica, strutturata in otto punti, che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano da una parte l’adattamento ai cambiamenti climatici, e dall’altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi», dal bollettino Arpav emerge come l’assenza di piogge, prevista anche per questa settimana, sia estesa tutta la regione. Nei primi 15 giorni di febbraio, sul Veneto, sono caduti mediamente 0.5 millimetri di precipitazione a fronte di un valore atteso di 15, perché il valore medio di febbraio, calcolato dal 1994 al 2022 è 60 millimetri. L’anno scorso, nello stesso periodo ne erano caduti 25 e già si notava come la tendenza fosse allarmante. Ora lo è ancora di più proprio perché si arriva dall’anno della grande siccità, che ha stretto nella sua arida morsa anche il Polesine. Con le ben note conseguenze delle difficoltà di irrigazione e della risalita del cuneo salino, fino ad Adria.

Quest’anno, però, le cose non sembrano andare meglio. Anzi. «Alla data del 15 febbraio – si legge nel bollettino Arpav - le portate dei maggiori fiumi veneti, in calo dalla terza decade di gennaio, si mantengono ovunque significativamente inferiori alla media del periodo e pari al minimo storico su Po e Bacchiglione. Rispetto alla media storica mensile i deflussi sono risultati inferiori del 26% sull’Adige a Boara Pisani, del 56% sul Po a Pontelagoscuro».

Particolarmente preoccupanti anche le conclusioni della prima riunione dell’anno, dopo le 18 del 2022, dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici all’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, del 9 febbraio: «Purtroppo, ciò che è emerso dalle relazioni presentate, evidenzia una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del Nord. E se una delle principali criticità dello scorso anno fu il perdurante e scarso riempimento dei grandi laghi alpini, anche quest’anno gli enti regolatori rappresentano già una soglia di risorsa invasata ad oggi estremamente scarsa per rappresentare una “scorta” in grado di rispondere, se non pioverà ancora abbondantemente, alle esigenze dei prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’irrigazione».

Accanto a questo, le temperature medie più alte di un grado, un grado e mezzo, che hanno fatto sciogliere la poca neve caduta. Utilitalia, l’associazione dei gestori del servizio idrico integrato, ha segnalato un abbassamento ulteriore delle falde acquifere sotterranee per impiego idropotabile e un approvvigionamento già effettuato con autobotti nel Biellese e nel Novarese, mentre l’Anbi, l’associazione dei Consorzi di Bonifica, ha sottolineato che, come lo scorso anno, si sia completamente dipendenti dalle incerte future precipitazioni per iniziare l’irrigazione continuativa delle colture.  

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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